Sono tante le soluzioni tecnologiche antivirus messe in campo da alcune startup. Idee e creatività che hanno fatto nascere la App di tracciamento “Immuni”, ideata dalla startup Bending Spoons, selezionata dal governo italiano; “Nonny” una specie di portafoto per facilitare gli over 70 nell’effettuare le videochiamate con i propri cari semplicemente pigiando sulla foto; “Rita”, la Chat-bot che informa costantemente i cittadini sulle regole da seguire per evitare i contagi. Quest’ultimo progetto è stato ideato dalla startup QuestIt che lavora sull’intelligenza artificiale e che ha creato, assieme ad Exprivia, questa soluzione di assistenza non solo per comunicare direttamente con i cittadini ma anche per offrire un supporto ai Comuni, rispondendo ai vari quesiti che vengono posti. Attualmente sono 40 i Comuni che hanno adottato questa Chat-bot e garantiscono sarà fruibile gratuitamente per i prossimi tre mesi.
Ma ancora, il progetto “VoiceMed” che con un algoritmo di intelligenza artificiale applica il riconoscimento vocale per identificare una pre-diagnosi tramite il telefono e sulla piattaforma VoiceMed.io si analizzano migliaia di voci dei pazienti sani e di quelli che hanno sviluppato una polmonite. Lo studio viene fatto tramite il machine learning che consentirà quindi di individuare e classificare le voci in base a ciò che l’algoritmo rileverà: ovvero attraverso la voce quale tipo di respiro o tosse si ha di fronte. E poi c’è Isinnova, la startup targata Brescia che ha progettato e stampato in 3D centinaia di valvole per i respiratori destinandoli agli ospedali in piena emergenza sanitaria.
Startup che sono salite sul podio trionfando per creatività ed innovazione e anche rapidità. Ma siamo sicuri che basti? I dati sono un fattore essenziale ed importante per portare avanti battaglie come queste e se non si rendono disponibili e affidabili si rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti. I dati che ci saranno sull’App per il tracciamento dovrebbero essere poi convogliati in una banca dati nazionale, gestita da un ente pubblico che ne garantisca privacy e sicurezza, al servizio della sanità. Potremmo avere un maggior controllo e gestione delle crisi: se si investisse in modo massiccio nella ricerca e nelle tecnologie innovative e se si desse maggiore fiducia nella tecnologia, proprio come non è accaduto il 31 dicembre 2019 quando l’algoritmo di intelligenza artificiale della startup canadese BlueDot lanciò il primo allarme sul rischio di un’epidemia. La suddetta startup è stata fondata dal medico epidemiologo Kamran Khan, che nel 2003 contrastò la Sars a Toronto.