L’incontro con il vicecoordinatore dell’USCAR della regione Lazio
In occasione del consueto appuntamento mensile, il Digital Innovation Hub Virtuale si è riunito in call conference per approfondire e discutere le tematiche relative alla gestione dell’emergenza sanitaria da COVID-19. Ospite speciale dell’incontro è stato il Dr. Fabrizio Rossi, medico di medicina generale e vicecoordinatore dell’USCAR (Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale) della regione Lazio.
Come operano le USCAR?
Durante l’incontro, il Dr. Fabrizio Rossi ha illustrato l’importante lavoro svolto dai medici dell’USCAR Lazio. Le ASL inviano all’USCAR richieste di intervento domiciliare o in RSA, conventi, scuole, caserme, punti di ingresso nel territorio (porti, aeroporti). Circa 300 medici, affiancati dal fondamentale ruolo svolto dagli infermieri, visitano giornalmente a domicilio 100-120 pazienti, effettuano valutazioni sull’eventuale necessità di ricovero degli stessi tramite metodiche diagnostiche (saturimetro a riposto, test del cammino) e anche tramite gli strumenti della telemedicina.
Telemedicina: a che punto siamo?
Negli ultimi mesi, la tecnologia al servizio della medicina ha fatto importanti passi in avanti. Tramite app, per esempio, i pazienti caricano i propri dati clinici (frequenza cardiaca, pressione arteriosa, risultati dei test rapidi e molecolari) e possono essere quindi seguiti da remoto. Grazie agli strumenti della telemedicina è possibile controllare in modo capillare 10-12 pazienti contemporaneamente, ma la visita a domicilio si conferma maggiormente efficace. Con quest’ultima, infatti, è possibile valutare il grado di affanno del paziente, la sua reazione allo stress, ed è possibile effettuare ecografie per verificare la presenza di condizioni interstiziali da infezione da COVID-19.
L’importanza di prevenire l’affollamento degli ospedali
Il lavoro di screening svolto dall’USCAR Lazio è di fondamentale importanza per prevenire l’affollamento degli ospedali e, pertanto, è considerato estremamente utile dallo Spallanzani, che si occupa di dotare le unità dei presidi medici e kit necessari. Nonostante le unità siano affiancate dai medici della Croce Rossa e della protezione civile, il loro numero complessivo risulta insufficiente per far fronte all’emergenza in maniera adeguata.
Problemi di coordinamento e ritardi
Sono emersi anche problemi di dialogo e di coordinamento con le strutture sanitarie, così come ritardi nella ricezione dei test. In particolare, questi ultimi causano non pochi disagi in termini psicologici e soprattutto economici, dal momento che si rischia di rimanere ventun giorni in isolamento senza la certezza di essere positivi.
Il ruolo dei medici di famiglia nell’emergenza sanitaria
Tra le molteplici criticità emerse dall’analisi dell’emergenza sanitaria in atto, è emersa anche quella relativa alla scarsa intraprendenza e disponibilità di alcuni medici di famiglia nel seguire i pazienti affetti da COVID-19. Si tratta di una questione delicata che spinge, da un lato, a domandarsi sulla fedeltà di molti medici al giuramento di Ippocrate e, dall’altro, a ringraziare tutti coloro i quali svolgono quotidianamente un lavoro encomiabile al servizio della comunità.