Ancora attuale nell’opinione di Intel, ormai obsoleta per Nvidia: il dibattito è stato acceso dal simultaneo annuncio delle aziende, rispettivamente dei processori Raptor Lake e della scheda grafica RTX 4090.
La legge di Moore prende il nome da Gordon Moore, il co-fondatore di Intel , il quale ha riconosciuto una tendenza nel mondo dell’informatica: circa ogni due anni, il numero di transistor su un chip raddoppia. Tale affermazione risale al 1965, e – come ammesso da Moore – è stata estrapolata dalla propria esperienza, non da rilevazioni scientifiche.
Per Intel, la legge di Moore rappresenta ancora oggi la base culturale per la sua road map di processo, che attualmente termina nel 2025 con l'”era Angstrom” dei transistor, quando si smettà di misurare in nanometri e si inizierà a misurare angstrom (un decimo di nanometro). Questa road map suggerisce che la legge di Moore non è morta, e Gelsinger, il CEO di Intel, afferma che che continuerà a perseguire la legge di Moore “finché l’intera tavola periodica non sarà esaurita” e considera Intel un “amministratore” del concetto. Fa tutto parte della nuova identità e visione di Intel sotto la guida di Gelsinger in questa nuova era di reinvestimenti in nuove fabbriche e road map aggressive.
Attualmente, tuttavia, esiste un limite fisico a come possono funzionare i piccoli transistor. Nel 2006, Moore aveva stimato che sarebbero passati altri 10 o 20 anni prima che la sua legge raggiungesse quel limite. “In termini di dimensioni [di un transistor], puoi vedere che ci stiamo avvicinando alla dimensione degli atomi, che è una barriera fondamentale, ma ci vorranno due o tre generazioni prima di arrivare così lontano“. Previsione avverata: un atomo è di circa 0,1 nm (o 1 angstrom) e la road map di Intel che termina nel 2025 inizierà a spingere verso la riduzione della dimensione del transistor di un atomo.
Diversa la posizione di Nvidia, il cui CEO Huang, dichiarando “la legge di Moore è morta“, fa riferimento alla legge di Rock (o alla seconda legge di Moore), che afferma che il costo di fabbricazione dei chip per semiconduttori raddoppia circa ogni quattro anni. E’ quindi un approccio economico, non tecnologico, e su questo piano Huang ha ragione: negli ultimi decenni il costo per realizzare un nuovo impianto di fabbricazione si è ridotto all’incirca all’inizio degli anni ’90. Anche se, a causa della pandemia che ha creato tensioni nelle catene di approvvigionamento, il costo si un semiconduttore è in netta crescita oggi.
Emerge, da questa discussione a distanza, la vera funzione della legge di Moore, oggi: un parametro per la pianificazione e la misurazione dei propri obiettivi aziendali.