Il calo dello 0,4% nei consumi stimato da Confcommercio per il 2010, in base all’indicatore dei consumi Icc, rappresenta da un lato la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, ma va disaggregato nelle sue componenti elementari per studiare l’evoluzione che sta interessando le abitudini di spesa dei cittadini.
Un movimento è di particolare interesse: lo spostamento delle decisioni di spesa dai prodotti (-1%) ai servizi (+1,9%). Si comprano meno auto (-14,1% il calo di spese per la mobilità) ma più apparecchi e servizi Ict domestico (+2,4%), e beni e servizi per la casa (+1,4%); si spende di più in divertimenti (+0,4) e per la cura della persona (+0,7%) e meno per abbigliamento e calzature (-0,2%).
L’alternarsi di segni positivi e negativi denota un mutamento nel comportamento dei consumatori, che si muove sempre più lungo la Piramide di Maslow (sviluppata dallo psicologo statunitense tra il 1943 e il 1954 come gerarchia dei bisogni o delle necessità). Osservando l’andamento dei consumi, si scopre che le spese crescono nei “bisogni” più complessi, che attengono gli stimoli di carattere sociali (divertirsi, avere gli oggetti hi-tech alla moda); nel contempo, si sottraggono risorse ai “bisogni” più elementari, di cui il soggetto sente di avere già avuto piena soddisfazione: disporre di un’auto confortevole, di un guardaroba ben fornito.
Sotto questo punti di vista, la variazione dei consumi rilevata da Confocommercio, al di là del saldo negativo, conferma un progressivo miglioramento dello stile di vita degli italiani.