Crisi greca e rischi per l’Europa

Il pacchetto di finanziamenti, pari a circa 110 miliardi di euro, che l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale hanno stanziato mesi fa per salvare i conti pubblici della Grecia, ha fallito il suo obiettivo, al punto che oggi si stimano necessari ulteriori fondi per un importo di circa 50 miliardi di euro.

Le reazioni dei partner europei sono in quest’occasione ancora più rigorose. Per prima la Germania, la cui cancelliera Angela Merkel, interpretando il sentiment dei suoi cittadini, vuole imporre quale condizione al prestito la revisione dell’età pensionabile (portandola a 67 anni, come per i lavoratori tedeschi) e una consistente riduzione dei giorni di ferie godute dai dipendenti. In realtà, la Merkel preferirebbe di gran lunga la ristrutturazione del debito greco (che ammonta a circa 350 miliardi di euro), procedendo inizialmente ad un allungamento delle scadenze di titoli pubblici (reprofiling). Sarebbero quindi gli investitori (privati, banche, fondi europei di salvataggio) a sostenere il costo di ciò che appare essere una sorta di default dello Stato ellenico.

Sul fronte interno, il primo ministro George Papandreou teme soprattutto le tensioni sociali, le cui cronache hanno mostrato, l’anno scorso, un paese restio ad accettare una politica di sacrifici, preferendo rischiare il tracollo dei conti pubblici piuttosto che riduzioni di stipendio, pensioni, privilegi e sussidi. E’ stata la piazza, infatti, a vanificare gli sforzi di risanamento che aveva intrapreso il governo, rendendo necessario oggi un’unica via – l’alienazione di beni pubblici – per riuscire a ripagare le prossime scadenze del debito.

La vendita di autostrade, ferrovie, aeroporti (Atene), vuote di aziende pubbliche (Opap, la più grande società europea di giochi d’azzardo) e altri beni immobili, potrebbe fruttare 50 miliardi di euro, consentendo al governo ellenico l’elaborazione di una politica di rientro del debito pubblico meno stringente.

Ma non è la soluzione. Sono infiniti gli errori che hanno determinato la crisi finanziaria della Grecia, e i loro responsabili sono numerosi: un debito così ampio non è soltanto il frutto di una minore produttività dei lavoratori ellenici rispetto ai loro colleghi tedeschi o francesi, questo elemento spiega solo una parte delle passività accumulate. Pesa, sui conti pubblici, un livello di corruzione impressionante, che solo alcuni dati possono descrivere: ad esempio, il costo delle Olimpiadi del 2004, che è lievitato da 1,3 miliardi di dollari della previsione del 1997, ai 14,2 del costo ufficiale alla data della chiusura dei Giochi Olimpici, valore che con gli interventi svolti fino ad oggi ha superato i 20 miliardi di dollari. Oppure i contratti stipulati dalla PA ellenica con le grandi imprese straniere, principalmente tedeschi e francesi: fece scalpore alcuni anni fa il caso delle tedesca Siemens, accusata dai giudici tedeschi e greci di avere versato tangenti a politici, militari e dirigenti amministrativi per un ammontare di quasi un miliardo di euro, a fronte di contratti di fornitura tra cui il sistema di sicurezza C41, acquistato ai fini dei Giochi Olimpici del 2004, e che non è mai entrato in funzione. Uno scandalo così forte da disonorare l’immagine della Siemens che, dopo aver versato 201 milioni di nell’ottobre 2007 quale multa alle autorità tedesche, ha poi istituito un fondo di 100 miliardi di euro contro la corruzione (come si evince dal loro sito Internet).

Non sarà quindi una politica di bilancio che incidendo su stipendi e pensioni deprima i consumi privati, innescando una spirale di stagnazione economica che può solo aggravare i problemi del Paese. Nella ristrutturazione del debito può essere una soluzione, in quanto il suo costo sarebbe trasferito sulle grandi banche europee e metterebbe in crisi la solidità della moneta unica. l’unica strada è una serie concreta rinascita del paese, a partire dalle sue principali istituzioni pubbliche.

Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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