L’impegno dell’Europa sul filone delle smart cities, declinato in sei diverse aree di interesse che si integrano tra loro (economia, stile di vita, ambiente, mobilità, cittadini e governance) può costituire un ottimo punto di partenza per instaurare un nuovo driver di sviluppo per il Paese.
Progetti della PA centrale e locale in tali ambiti orientano la spesa pubblica in modo da generare due effetti positivi: il primo, immediato e diretto, è il flusso di denaro su aziende e lavoratori che realizzano i progetti e sul loro indotto; il secondo, a più lungo termine, è il vantaggio competitivo di cui fruiscono cittadini ed imprese che beneficiano dei progetti realizzati.
Il concetto di smart cities consente di mettere in pratica l’antica, ma sempre valida, ricetta keynesiana di rilancio del Pil, apportando inoltre significativi miglioramenti sia nella qualità della vita dei cittadini (trasporti pubblici, risparmio energetico, socializzazione e cultura), sia nella produttività e competitività delle aziende (accesso generalizzato alla banda larga, PA più efficiente, minori costi di mobilità).
Un’occasione specialmente per i giovani, la cui creatività e spirito di iniziativa possono finalmente trovare un ambiente di sviluppo e valorizzazione, aggregando le loro energie intorno a progetti promossi da PA, università, centri di ricerca ed imprese private. Un’opportunità di esprimere la propria capacità di innovare e creare, in un Paese che finalmente dia spazio e fiducia alle giovani generazioni.