Le proposte della terza Consulta per l’Innovazione

A Roma, martedì 21 maggio scorso alle ore 10,30, alla Sala Mercede della Camera dei Deputati (via della Mercede 55) è stata organizzata da Stati Generali dell’Innovazione, la attiva associazione di associazioni presieduta da Flavia Marzano, una delle (troppo) poche donne guru delle tecnologie e dell’innovazione italiana, la terza Consulta Permanente dell’Innovazione con l’obiettivo di proseguire con il percorso avviato con la Carta d’intenti per l’Innovazione:

http://www.statigeneralinnovazione.it/wiki/index.php?title=Carta_d’Intenti_per_l’Innovazione

e provare a finalizzare alcune proposte legislative:

http://www.statigeneralinnovazione.it/wiki/index.php?title=Proposte_di_legge_derivanti_dalla_Carta_d%27intenti_per_l%27Innovazione

C’erano molti parlamentari: Paolo Coppola (PD), Paolo Gentiloni (PD), Davide Mattiello (PD), Luigi Lacquaniti (SEL), Fabio Lavagno (SEL), Antonio Palmieri (PDL), Paolo Romano (M5S), Irene Tinagli (Scelta Civica). E poi anche l’ex senatore Vincenzo Vita, Marco Bani (segretario particolare del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza), Alessia Milan (assistente della senatrice Valeria Fedeli), insieme a componenti della Consulta Permanente dell’Innovazione, e alle organizzazioni/associazioni e agli esperti che aderiscono o fanno riferimento all’associazione Stati Generali dell’Innovazione.

Un incontro molto interessante che aveva come obiettivo quello di presentare la Carta d’Intenti per l’Innovazione e le prime proposte legislative e di condividerle nel consueto stile aperto e trasparente con i parlamentari che nei prossimi mesi potranno ben rappresentare queste istanze all’interno delle commissioni parlamentari di riferimento.

Flavia Marzano, presidente di SGI e altri soci, hanno illustrato gli 11 punti che compongono il documento, come al solito disponibile su Internet al wiki dell’Associazione dove è possibile consultare il lavoro svolto in questi mesi.

Le proposte da condividere con gli eletti in Parlamento

La prima priorità proposta è però quella di definire e mettere in atto un Piano strategico per l’innovazione. Senza un Piano complessivo i provvedimenti, pur positivi, rischiano di non produrre reali ed efficaci cambiamenti. Nella legge “Crescita 2.0” (Decreto 179/2012 convertito nella Legge 17 Dicembre 2012 N. 221), grazie ad un emendamento basato su proposta degli Stati Generali dell’Innovazione, era previsto che il piano fosse realizzato nei primi mesi del 2013. Quindi come uno dei primi atti del nuovo Governo, ma il Piano non vede ancora la luce.

La seconda priorità proposta è quella di realizzare un Programma Nazionale per l’alfabetizzazione digitale sul quale focalizzare il sistema educativo e comunicativo nella sua interezza. Lo sviluppo delle competenze digitali è fondamentale per il nostro Paese, che soffre su questo campo di uno svantaggio molto grave nei confronti della gran parte dei Paesi Europei.

Il programma di alfabetizzazione digitale dovrà partire dalla centralità della Scuola, non solo come ambito di sviluppo delle competenze degli studenti, ma anche come luogo di raccordo e di costruzione dello sviluppo culturale del territorio, evidenziando il ruolo delle università e delle biblioteche come luoghi aperti di incontro e di scambio fisico e virtuale. Anche il Servizio Radio Televisivo deve essere al centro dell’impegno per l’alfabetizzazione e il contratto di servizio e la missione RAI devono essere allineati all’obiettivo.

Anche il 45° Rapporto sulla situazione sociale del Paese di un anno fa del Censis confermava certe criticità rispetto alla media dell’Unione europea, sia per la diffusione dell’accesso a Internet sia per la qualità della connessione. L’Italia occupa infatti il ventunesimo posto: per l’accesso a internet da casa si raggiunge il 59% tra le famiglie che hanno almeno un componente tra i 16 e i 64 anni (rispetto alla media europea del 70%), mentre l’accesso con banda larga registra un tasso di penetrazione del 49% rispetto alla media europea del 61%. I

noltre l’Italia è al 24esimo posto in una classifica rilevante come la Most Innovative Countries, stilata ogni anno dall’americana Bloomberg, su 50 paesi ad alto potenziale di innovazione. Ma anche su questo programma, nonostante da più parti si sia individuata la necessità, il Governo non ha ancora formulato una propria posizione.

Ma la novità, è la presa di posizione del presidente del Consiglio Letta che sembra aver deciso di occuparsi personalmente della Agenda Digitale, centralizzando il coordinamento a livello di Presidenza del Consiglio, e accelerando sulle deleghe alle Tlc che il ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato ha assegnato al viceministro Antonio Catricalà.

Inoltre nel contesto degli “Stati Generali dell’Agenda digitale europea”, svoltisi il 3 e 4 giugno scorsi a Roma e Milano e denominati ”Going Local Italia” (Comunicare l’Europa in Italia), dedicati ai seguenti temi: sviluppo di Reti a Banda Larga, contrasto al Divario Digitale e al Divario delle Conoscenze, Alfabetizzazione Digitale (Roma 3/06), interventi per la realizzazione delle Smart Cities & Communities e promozione di e-Government e eHealth (Milano 4/06)

http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/informazione/agenda_digitale_goinglocal2013_it.htm

Roberto Viola, vice direttore della direzione generale Connect della Commissione Europea, ha evidenziato sempre gli stessi problemi dell’Italia riguardo all’agenda digitale, come poca alfabetizzazione e poca banda larga, e si è ricordato che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) generano direttamente il 5% del PIL europeo e rappresentano un valore di mercato pari a 660 miliardi di euro l’anno.

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