Il rigido quadro finanziario entro cui è stata definita la Legge di Stabilità mette in luce il ridotto margine di trattativa per le parti sociali e la sostanziale inesistenza di risorse da destinare allo sviluppo. Dopo anni di recessione, i vincoli europei impongono una politica di rigore che si traduce in due possibili opzioni: riduzione della spesa pubblica o maggiori tasse.
L’incremento del gettito fiscale è la scelta finora operata dalla politica, che paventando lo spettro della riduzione dei servizi forniti dal sistema pubblico, in particolare nella sanità e nella previdenza, hanno mantenuto integralmente privilegi, diseconomie e sprechi. Ma l’incremento della pressione fiscale non può continuare all’infinito, e ormai ha toccato livelli non più espandibili.
Diventa quindi necessario operare sul lato della spesa, almeno andando ad aggredire gli innumerevoli sprechi che popolano le cronache sui giornali. In tale ambito è fondamentale il ruolo della Corte dei Conti, organo a cui la Costituzione affida l’importante funzione di controllo sulla contabilità pubblica, sia a livello di PA centrale che locale. Le possibilità di recuperare risorse sono ampie, se solo nel 2012 la magistratura contabile ha accertato quasi 300 milioni di euro in diversi casi di mala gestione, frodi e corruzione disseminati in tutta la Penisola. Dati contenuti in un dossier che evidenzia la necessità di una intensa vigilanza, per evitare che il denaro della collettività sia sperperato a beneficio di pochi disonesti.
Al nuovo Presidente, Raffaele Squitieri, l’augurio di buon lavoro e l’invito a esercitare i poteri attribuiti dalla Costituzione per compiere un’opera di moralizzazione di cui il Paese ha grande necessità