Il dibattito politico sulla Legge di Stabilità evidenzia la difficoltà del Parlamento a tracciare una linea strategica coerente per il rilancio dell’economia. Anche se le risorse disponibili sono modeste, un maggiore coordinamento tra ministeri e un più profondo impegno nel tagliare e mettere sotto controllo la spesa improduttiva avrebbero potuto sortire effetti più incisivi sul futuro del Paese.
La recessione non è finita, ha solo rallentato la sua corsa, mentre i consumi delle famiglie si riducono più per il timore del futuro (perdita del lavoro, incremento della tassazione) che per l’assenza di risorse. L’alternarsi delle più svariate ipotesi in merito alla tassazione sulla casa (bene di proprietà di oltre l’80% delle famiglie) costituisce un’ipoteca sui redditi da destinare a spesa, soprattutto se voluttuaria, oltre a mantenere in stagnazione il mercato immobiliare.
L’euro è moneta forte, e ciò non facilita le esportazioni; se a ciò si somma una domanda interna in contrazione da anni, ne consegue un’aspettativa poco rassicurante per le imprese. E se le imprese non incrementano al loro produzione, difficilmente potranno aumentare l’occupazione, che è oggi una delle maggiori preoccupazioni del Paese.
E’ necessario quindi che il Parlamento si renda conto della difficoltà dell’Italia, e che agisca con responsabilità nel destinare le risorse dove queste potranno instaurare un circolo virtuoso che porti ad incrementare l’occupazione, dando speranza ai cittadini.
Servono fondi per investimenti in infrastrutture, prima tra tutte la rete telefonica che dovrà supportare il traffico internet ad alta velocità; occorre ridurre il cuneo fiscale, liberando risorse per imprese e lavoratori; è necessario creare efficienza nella burocrazia che oggi rallenta le iniziative imprenditoriali. Se si combatte veramente la grande evasione fiscale, si riducono gli sprechi e si calmiera la spesa pubblica applicando il metodo Consip sui costi standard, il denaro recuperato potrà finanziare ricerca, innovazione e infrastrutture, e l’Italia potrà tornare a crescere.