E’ dal tempo che Raffaele Guariniello indaga sul metodo Stamina ipotizzando i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e somministrazione di farmaci pericolosi. Il prestigio del magistrato avrebbe dovuto mettere in guardia chi, nei media, si è preso la responsabilità di descrivere in termini positivi – da giornalista, non da medico – la terapia; e anche i giudici del Tar avrebbero dovuto mostrare più prudenza prima di scrivere che la sperimentazione veniva bocciata da “esperti di parte”, come se il progresso scientifico fosse una contrapposizione di interessi personali e non un impegno di alto valore sociale, di cui beneficia l’umanità intera.
Nella più totale assenza di rigorosi standard scientifici e medici, un metodo ideato da un dottore in Lettere e Filosofia ha illuso centinaia di congiunti di malati gravi, è entrato in piena libertà in ospedali pubblici, dove i malati ricevevano le cure del protocollo a fronte di pagamenti per decine di migliaia di euro. Senza sperimentazioni scientifiche, anzi, nonostante la stroncatura degli esperti di Nature, le decise parole di scienziati quali Paolo Bianco, “Il caso Stamina è un problema di ordine pubblico, nel quale la politica ha avuto le sue responsabilità ed è venuto il momento che la politica se le assuma seriamente” o Elena Cattaneo, recentemente nominata senatore a vita, sconcertata che “una truffa come Stamina possa arrivare a minacciare così da vicino il servizio sanitario nazionale “.
L’Associazione Internazionale di Staminologi ora ha premiato gli scienziati Bianco, Cattaneo e De Luca con il Public Service Award "per il loro recente impegno nel dibattito pubblico e politico in Italia in cui hanno sostenuto la necessità di rigorosi standard scientifici e medici". Ma ora, per chi ha sbagliato, si apre la fase di una attenta riflessione del proprio operato.