Ricevendo la delega all’Agenda Digitale, il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Madia deve occuparsi non solo dell’ammodernamento della PA e del suo rapporto con il cittadino, ma anche coordinare e sovrintendere alle attività dell’Agenzia Digitale, la cui attività riguarda l’intero Paese, non solo il settore pubblico. Imprenditori e cittadini attendono la realizzazione di interventi atti a potenziare la banda larga: ricordiamo che le connessioni a 30 Mbps sono l’1% contro il 21% della media europea, mentre la copertura 4G LTE è a disposizione del 39% della popolazione, versus il 59% della media europea.
La PA sta iniziando un percorso di modernizzazione da tempo atteso: dal 6 giugno prossimo inizia l’obbligo della fatturazione elettronica per la PA, uno dei primi passi della riforma digitale; sono già regolate dalla normativa altre importanti novità nel rapporto tra i cittadini e la PA, quali il pagamento per via elettronica di tributi e servizi pubblici e l’identità digitale definita da una password unica nei rapporti tra il cittadino e qualsiasi struttura pubblica, amministrativa o fornitrice di servizi. Sono strumenti che semplificano il rapporto dello Stato con la popolazione e che incrementano la produttività degli uffici
Ma l’unificazione delle deleghe (agenda digitale, Agid, semplificazione), non deve mandare in secondo piano i temi propri dell’Agenda Digitale, in particolare per quanto attiene la banda larga. Né per assenza di tempo, né per scarsità di risorse, le quali non possono essere tratte in prevalenza dai proventi – aleatori quanto ad importi e tempistica – della lotta alla corruzione e all’evasione fiscale. Gli investimenti previsti dall’Agenda Digitale possono creare occasioni di business e posti di lavoro, pertanto non possono essere trascurati in attesa di stanziare gli adeguati fondi.