Inizia il primo luglio prossimo il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. Numerosi i problemi da risolvere, ma soprattutto è fondamentale che i Paesi concordino su linee guida e valori che possano indicare un modello di sviluppo per i cittadini europei. La crisi del 2007 non ha ancora terminato i suoi effetti, avendo evidenziato i punti deboli di molte nazioni, sui quali i singoli governi stanno ancora lavorando. Per l’Italia, l’enorme peso della spesa pubblica improduttiva, composta da sprechi e corruzione, costituisce uno dei principali problemi ancora insoluti, come si osserva dalle cronache quotidiane.
Crescita e sviluppo sono gli elementi portanti che l’Italia presenterà in Europa, ponendoli al centro dell’attenzione in luogo del rigore sui bilanci, che è stato importante nel mettere sotto controllo deficit impazziti, ma che ora rischia di generare un lungo periodo di stagnazione economica, già visibile dai dati sul tasso di inflazione.
Ora è indispensabile innestare un percorso di crescita economica, che sia sostenibile sul piano della tutela ambientale e del benessere dei cittadini. Non solo per dare speranza ai giovani disoccupati, alle imprese in crisi e alle famiglie, ma soprattutto perché solo un’economia in crescita può investire in ricerca scientifica e cultura, componenti fondamentali per mantenere il ruolo centrale del Vecchio Continente nel mondo.