Il nostro Presidente ha un compito molto delicato in quanto le aspettative sono indefinite.
Ha fatto un discorso pieno di emozioni, diretto alla pancia dei cittadini, denso di contenuti di speranza, di richiami alla Costituzione, con valori classici come la famiglia, il lavoro che si coniugano a suggestioni digitali, la voglia di cambiare l’inefficienza della Pubblica Amministrazione.
Sergio Mattarella, dopo aver giurato davanti al parlamento, accetta e riempie di significato l’appellativo di “ARBITRO”. Un arbitro della Repubblica, garante di tutti. Un arbitro che però ha bisogno dell’aiuto dei giocatori, un aiuto pieno di correttezza, regole e legalità. Mattarella è il dodicesimo Presidente della Repubblica, sobrio, silenzioso e riservato, lo hanno dipinto alla vigilia – ha bucato il video degli italiani nonostante quel tono monocorde che lo caratterizza. Il Presidente parla di crisi, spiega in maniera chiara, non è solo scarsezza di mezzi, ma anche disagio interiore: la lunga crisi ha inferto ferite al tessuto sociale del nostro Paese ed ha messo a dura prova la tenuta del nostro sistema produttivo. Ha aumentato le ingiustizie, nuove povertà, emarginazione e solitudine.
Presidente Sergio Mattarella dia un impulso al Governo, fiducia alle imprese ed occupazione per i giovani senza mortificarli.