La nuova frontiera dell’olivicoltura italiana si dovrebbe chiamare olivicoltura superintensiva. Milleseicento – milleottocento piante a ettaro per una produzione di 100-120 quintali per ettaro. È un’olivicoltura integralmente meccanizzabile, con ridotto intervento della manodopera e costi di gestione di circa 2 mila euro a ettaro, secondo Agromillora, la ditta spagnola che ha ideato questo nuovo modello di olivicoltura. A fine 2014 in Italia erano a dimora 1500 ettari di oliveti superintensivi, mille dei quali nella sola Puglia. Nel 2015 si aspettano ulteriori impianti per circa 300 ettari.
Questo nuovo modello ben si presta al concetto di smart tree: nuovo sistema superitintensivo, senza pali e fili che prevede una maggiore attenzione alla gestione della chioma delle piante fin dal primo anno. Cimatrici e potatura a dischi, 2-3 ore per ettaro all’anno, per una durata dell’impianto stimata in 20 anni. Un modello attualmente molto diffuso in Cile e California, che ha consentito di dimezzare i costi di impianto dai 10-12 mila euro ad ettaro del superintensivo classico ai 4500-6000 euro a ettaro dello smart tree. Il tutto integrabile con gli attuali sistemi elettronici di monitoraggio dei campi e coltivazione (la cosidetta smart agriculture) per un settore sempre più tecnologico ed innovativo (vedi l’Internet of Vegetables).
La Si-Ies srl è attualmente impegnata nello studio di soluzioni innovative per la tracciabilità dell’intera filiera olivicola, sensibile alle direttive europee inerenti le tematiche sulla sicurezza alimentare, ed è prossima alla collaborazione in un progetto europeo con realtà estere.