Il punto sul mobile payment: la sfida tra Apple, Google e Samsung

Nello scenario attuale con l’avvento del mobile payment stiamo assitendo ad un grande cambiamento. Tutte quelle procedure di payment o trasferimento di denaro mediante dispositivi mobile si preannunciano come validissima alternativa per i pagamenti e più che mai si preparano a spodestare carte di credito e vecchi POS. Mediante tecnologie innovative contactless e NFC, fra le proposte in fase di lancio in questi ultimi mesi troviamo a farla da padrone colossi come Apple, Google e Samsung  con efficienti sistemi di pagamento creati ad hoc per i nostri dispositivi mobile. I vari Apple Pay, Android Pay e Samsung Pay ci permetteranno di pagare in velocità direttamente dal nostro smartphone con semplicità e sicurezza.

Da Cupertino fanno sapere che Apple Pay, già attivo negli USA e in Gran Bretagna, presto verrà attivato anche in Australia e in altri paesi europei.  Questo sistema permette di effettuare pagamenti in modalità contactless semplicemente avvicinando il proprio dispositivo Apple (iPhone e Apple Watch) al POS abilitato. Il sistema è basato su tecnologie Touch ID, sensori NFC(Near Field Communication) e Bluetooth. La tecnologia Touch ID offre un sistema di sicurezza innovativo mediante l’utilizzo del riconoscimento delle impronte digitali. Apple Pay potremmo definirlo come un digital wallet che funziona in collegamento alle nostre carte di credito. Inoltre Apple Pay contiene un sistema di sicurezza aggiuntivo che sfrutta la tokenization, procedura che assicura che i dati della carta memorizzati nello smartphone non vengano trasmessi al rivenditore. Il negoziante riceve invece un token ad utilizzo singolo che permette ai paganti di utilizzare e addebitare il pagamento solamente una volta.

Nell’ambito mobile payment non si è fatta attendere la proposta di BigG, che ha lanciato Android Pay. Già disponibile nello store di Google Play è anch’esso un sistema di pagamento contactless per dispositivi Android che sfrutta la tecnologia NFC. L’Android Pay è attiva in diverse location negli USA, la tecnologia di pagamento è già stata adottata da catene come Best Buy, McDonald’s, Macy’s, Walgreens, Subway, Whole Foods, Toys R Us. L’app verrà diffusa in diverse banche e negozi nei prossimi mesi e sarà accessibile per tutti gli smartphone NFC abilitati.

Sia per Android Pay che per Apple Pay, l’utente che usa il sistema di pagamento non ha necessità di aprire l’app per effettuare il pagamento nel punto vendita, ma dovrà semplicemente sbloccare il proprio telefono.

Anche il sistema Android Pay non invia il numero di carta di credito al commerciante ma utilizza un numero di account virtuale per garantire la sicurezza delle transazioni, in linea con la tokenization adottata anche da altri competitor. La differenza in questo fra Apple Pay e Android Pay è che Apple Pay va a generare dei token in un chip chiamato Secure Element, mentre Android Pay va a generare dei token nel cloud.

Da questo si evince che Android Pay dipende molto dalla connessione Internet per andare in esecuzione, questo potrebbe essere un limite, anche se da Mountain View fanno sapere che il sistema dovrebbe offrire un numero limitato di token ai dispositivi da utilizzare quando non vi è un’accesso alla Rete. Nell’Android Pay immediatamente dopo aver effettuato il pagamento si riceve una conferma dell’avvenuta transazione con il numero ed il nome del commerciante. Inoltre, se dovessimo smarrire il nostro telefono, possiamo utilizzare il Google Android Device Manager per bloccare il dispositivo da remoto, metterlo in sicurezza con una nuova password e ripulire le proprie informazioni personali dal telefono.

Oltre ad Apple e Google, ha abilitato il pagamento mobile anche Samsung che ha già lanciato il suo servizio in Corea e Stati Uniti, e che include il supporto per le transazioni mag-stripe. Per effettuare un pagamento con Samsung l’utente può semplicemente scorrere con il dito verso l’alto, fare lo scan delle impronte e effettuare la transazione. Il linea con le procedure mediante token, il sistema di Samsung Pay utilizza un sistema di tokenization appoggiato a Samsung KNOX(sistema virtuale che mette in sicurezza il telefono) che consente anch’esso l’autenticazione mediante impronte digitali per fornire pagamenti sicuri e ridurre i rischi. Con l’MST (Magnetic  Secure Transmission) e la tecnologia NFC, il sistema Samsung Pay opera con la maggior parte dei terminali POS esistenti abilitati.   

Con tutte queste novità lo scenario si fa interessante, molti smartphone sono già abilitati per il mobile payment e siamo sicuri che nel futuro a venire questa dotazione diventerà sempre più di serie in tutti i dispositivi, ci apprestiamo ad una nuova era di pagamenti che avverrano sempre più da mobile. In Italia questi sistemi arriveranno solamente dal 2016, nel frattempo le banche si stanno muovendo lanciando “app su app” per accaparrarsi i clienti e fidelizzarli ai propri modelli di pagamento mobile. Molte di queste app abilitano gli utenti all’utilizzo del proprio cellulare come portafoglio. In Italia già molti utenti (4 milioni di utenti) accedono al proprio conto corrente bancario dal proprio telefonino e dal mobile ticketing si effettuano sempre più acquisti, ciò fa pensare che il passo verso gli acqusiti da mobile potrebbe essere più breve del previsto. I big dell’ICT stanno inserendo sui mobile device i loro sistemi di pagamento, l’impressione però è che in Italia dovranno interfacciarsi con le banche. Il mercato è in fibrillazzione, lo scenario in evoluzione, staremo a vedere come andrà a finire.

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