Sharing Economy

In un mondo che va sempre più verso una comunicazione in “tempo reale” diviene complicato cercare di dare delle definizioni, si rischia di entrare e farsi risucchiare dal vortice della Rete. Sentieri Digitali nel constatare l’avvento di un nuovo modello come la sharing economy, prova a carpirne le peculiarità, a tracciarne i confini, avvalendosi di riferimenti scientifici, seguendone le istanze e condividendole. D’altronde la sharing economy è anche questa e si snoda in un contesto dove l’innovazione dirompente, l’imprenditorialità condivisa e creativa e la micro-imprenditorialità sono caratteristiche comuni di un sistema economico costruito attorno ad una visione di lungo termine che tiene in stretta considerazione gli impatti futuri delle nostre azioni quotidiane. Al centro di tutto ci sono le persone, in quanto individui, e in quanto  componenti di comunità, aziende, organizzazioni e associazioni, ove ciascuna di queste entità è profondamente inserita in un sistema di condivisione.

La sharing economy viene trattata ancora come un fenomeno giovane conosciuto prevalentemente mediante una serie di servizi e startup che servendosi del progresso tecnologico consentono lo scambio e la condivisione. Il nuovo modello sulla quale si basa la sharing economy è composto da accessi, servizi, abbonamenti, affitti e collaborazioni peer-to-peer ed è solo all’inizio. Come sostengono molti addetti ai lavori, quando avrà espresso tutte le sue potenzialità si presenterà, infatti, come un nuovo e alternativo sistema socio-economico che nella sua evoluzione si potrà, un domani non troppo lontano, assestare a modello di riferimento.

La sharing economy è un ecosistema socio-economico costruito intorno alla condivisione di risorse umane, fisiche ed intellettuali tra cui beni e servizi che vengono creati, prodotti, distribuiti, commercializzati e consumati da differenti persone e organizzazioni.

Quando si parla di sharing economy si pensa anche alle piattaforme collaborative al fine di conoscere i settori in cui operano, la storia dei diversi servizi, il modello di business, la forma giuridica etc.

Questo universo collaborativo cerca anche di coniugare uomini e tecnologie digitali. Da una ricerca effettuata sull’argomento, in particolare sull’economia della condivisione, manca una definizione. Rachel Botsman ha scritto su Fast Company di sharing economy e dei tanti nomi che continuano a proliferare per descrivere un’economia che propone il riuso e la condivisione dei beni sottoutilizzati.

L’”economia collaborativa” è un mondo ampio di cui fanno parte le piattaforme digitali che mettono direttamente in contatto le persone, ma anche il co-housing, il co-working, l’open source e le social street, tutti fenomeni con diverse sfaccettature che vanno a comporre il nuovo quadro socio-economico.

Possiamo affermare che si va verso un nuovo sistema di vita che predilige il risparmio e la redistribuzione del denaro, favorisce la salvaguardia dell’ambiente e la socializzazione. I servizi che rientrano in questo contesto possiedono le seguenti caratteristiche: promuovono lo sfruttamento pieno delle risorsepiattaforma abilitatricebeni e competenze che appartengono alle personecollaborazione è al centro del rapporto fra i pari; la tecnologia digitale è un supporto necessario: in tutti i servizi collaborativi digitali, le piattaforme tecnologiche, sotto forma di siti internet o app mobile, sono necessarie per abilitare questi servizi e renderli scalabili, utili, originali. In Italia le piattaforme collaborative dal punto di vista giuridico sono delle srl.

Quanto descritto è un contributo che va verso la sharing economy che investirà sempre più su molteplici settori merceologici sia nel nostro paese che a livello globale.

La condivisione crea sviluppo

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