A che punto è la società digitale

Lo sviluppo digitale del Paese, un mantra che rimbalza su tutti i media, un proposito ribadito spasmodicamente per evidenziare la necessità di un intervento e di una strategia nazionale che risponda ai requisiti e agli score board europei. Il governo a più riprese ha parlato di identità digitale, firma digitale, e delle ultimissime evoluzioni necessarie, come l’introduzione dell’anagrafe unica e della fatturazione elettronica. L’impegno nel settore è stato più volte esplicitato, nonostante le priorità stabilite, il piano elaborato non è stato forse dei più immediati e lo scorrimento non è stato così fluido su tutti i fronti d’azione, su più livelli le procedure sembrano essersi un po’ rallentate, non essendoci i margini per comprenderne realmente tempi e modi di attuazione. Su alcuni fronti però dei passi avanti si percepiscono realmente.

Lo sfruttamento virtuoso delle ICT al servizio dei cittadini può favorire l’efficientamento totale, della PA e il dispiegamento di una realtà sociale maggiormente competitiva. Lo sa bene Maria Pia Giovannini, responsabile dell’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) per l’area “Pubblica Amministrazione”, annunciando i lavori in corso per raggiungere gli obiettivi primari per l’Italia digitale. Fra questi, d’altro canto, fra i più interessanti compare il progetto SPID (Sistema pubblico di identità digitale), uno degli esempi concreti di attuazione e risposta reale alle esigenze, uno dei fronti di cui si parlava poco fa, dove si sta palesando realmente un avanzamento dei lavori verso l’obiettivo. Quello di SPID è un sistema che permetterà ai cittadini la gestione e l’accesso online con un’unica identità digitale ai servizi della Pubblica Amministrazione e ai servizi delle imprese aderenti. Si tratta di una singola chiave che darà accesso ai servizi online per un accesso unico da più dispositivi su tutti i servizi.

L’identità digitale SPID avrà caratteristiche diverse in base al livello di sicurezza scelto per l’accesso. Esistono tre livelli di sicurezza alla quale rispettivamente corrisponderanno tre diversi livelli di identità. I 3 livelli di sicurezza sono i seguenti:

-Identità SPID di primo livello: consentono l’autenticazione con user ID e password;

-Identità SPID di secondo livello: consente l’autenticazione tramite password e una one time password aggiuntiva inviata all’utente;

-Identità SPID di terzo livello: consente l’utenticazione tramite il connubio di password e smart card.

L’identità SPID viene rilasciata dai Gestori di Identità Digitale (Identity Provider), il cittadino, selezionato il gestore di identità digitale che preferisce, può esplicitare la propria richiesta al gestore che una volta verificati i dati del richiedente emette l’dentità digitale. Attualmente i gestori che  forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti sono: InfoCert S.p.a, Poste Italiane S.p.a, Telecom Italia Trust Technologies Srl.

Con SPID si fa un ottimo passo avanti nella gestione della PA, attuando concretamente una semplificazione per cittadini e imprese, incrementando l’efficienza nell’accesso ai servizi, da sempre esageratamente complesso e fonte di grandi rallentamenti. Con questo sistema finalmente la procedura sarà unica e velocizzata.

Dall’Agenzia per l’Italia Digitale comunicano che saranno 300 i servizi della PA accessibili tramite SPID e attualmente sono 10 le Pubbliche Amministrazioni coinvolte, rispettivamente 3 amminstrazioni centrali (Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL), 6 regioni (Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche) e il comune di Firenze.

Dall’approvazione dei primi identity provider, si avvia concretamente la diffusione dell’identità digitale, ci si prefigge una deadline a 24 mesi per estendere le funzionalità di SPID su tutto il Paese, con la necessità di portare tutti i servizi pubblici online e renderli accessibili a tutti gli utenti, fra gli obiettivi del governo entro due anni si prevedono 10 milioni di utenti dotati di identità digitale.

Certamente questo 2016 sarà un anno chiave, fondamentale per la buona uscita di questo progetto e di moltissime altre iniziative proposte dall’Agenda Digitale, che a differenza dello SPID trovano ancora qualche intoppo. Il percorso per l’Italia Digitale è lungo, qualche passo avanti è stato attuato ma ancora c’è molta strada da fare. Ci piace considerare con speranza che l’avanzamento del progetto SPID possa fungere da esempio e da stimolo procedurale per la buona uscita e l’avanzamento di tante altre priorità che il Governo deve soddisfare concretamente per un autentico sviluppo del Paese.

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