Il nostro è un Paese che a parole è nuovissimo, è quasi un nuovo continente, ma nella pratica è sclerotico. Un giorno di qualche tempo fa alla notizia della risoluzione di un processo, avvenuta solo in parte dopo 18 anni dalla sua apertura, mi divertii a recuperare delle vecchie foto, in particolare del magistrato che lo diresse e di quando prese in carico il processo, confrontai le foto all’inizio e alla fine del processo e chiaramente riconobbi che c’erano molte differenze. L’interessato all’epoca aveva figli ma non nipoti. Probabilmente nel frattempo i nipoti sono giunti alla maggiore età. Poi nel nostro paese parliamo di novità e giustizia.
Vedendo la televisione emerge ancor di più il peggio. I mezzi busti sono sempre gli stessi purtroppo da circa 30 anni. Il dramma è che gli stessi partecipano a simposi e tavole rotonde parlando di rinnovamento. E’ mai possibile che non abbiamo un giovane ventenne che sappia leggere, che abbia una buona dizione, che costi anche poco, che possa presentare il telegiornale per circa un mese e poi presentarne un secondo, poi un terzo e così via? In trent’anni avremmo avuto quasi 300 volti nuovi che, con la notorietà acquisita, avrebbero avuto la possibilità di iniziative personali presso editoria e non solo.
Il mondo è cambiato, è cambiato in particolare nella sicurezza che non siamo soli, siamo pronti ad intervenire sempre il giorno dopo e tutti i soldi spesi il giorno prima sulla sicurezza non interessano a nessuno.
La formazione non può farla il docente non aggiornato, che non si è calato nel mutamento e nella realtà in quanto la sua lezione sarà costituita per l’80% dal vecchio, il 15% tratta la via del mutamento e forse il restante 5% fa cenno a delle “bestie meccaniche” che si chiamano droni.
Nel settore agricolo non c’è più la zappa ed il tridente. Una generazione che ha molto dedicato tempo, sacrifici e sudore oggi viene sostituita, non so se è giusto o sbagliato, con l’innovazione tecnologica. Parlare di agricoltura e parlare di sensori è una novità e chi può portare avanti le novità sono i giovani.
Nel lavoro tutti fanno un’ottima diagnosi, parola magica: “forte disoccupazione”. Milioni di giovani non vanno neanche ad iscriversi alle agenzie del lavoro, molti dormono, molti girovagano, ma che colpa hanno questi giovani? Parliamo di partita iva. Hanno i soldi per aprire una partita iva? Come si possono aiutare giovani che non hanno esperienza, che non hanno raccomandazioni, che non hanno entrature, che trovano una chiusura totale delle banche? La pubblica amministrazione non risponde neanche alle raccomandate! E’ questo il modo di inserire i giovani nel mondo del lavoro? Le università come devono cambiare? A parole? Devono cercare di coinvolgere imprese il più possibile cercando di utilizzare i fondi europei che sono li e nessuno li può utilizzare. E’ anche vero che c’è gente in PMI che prova ad utilizzarle ma si trovano barriere insuperabili a partire dal MIUR (Ministero dell’Innovazione, Università e Ricerca), che magari con una pratica conclusa, e quindi in attesa di anticipazione, del cosiddetto “fondo perduto”, aspettano mesi e mesi, forse anni. Questo è il nostro “Ministero dell’Innovazione”. Se abbiamo dirigenti incapaci, raccomandati da forze politiche occulte, ecco qui che scatta la parola magica “rinnovamento” (ma chi ci crede?). In un momento di crisi, non solo italiano ma globalizzato, e con tutti questi fenomeni innovativi è urgente fare un salto di qualità creando nuovi modelli. Oggi si parla di droni, di robot, di IoT, di domotica, di sicurezza e noi siamo rimasti alla sentinella fisica. Questa è la nostra sicurezza. Prospettive? C’era un detto che diceva che una goccia d’acqua a forza di battere probabilmente riesce a sfondare. Noi siamo una goccia d’acqua con uno spirito particolarmente fiducioso.