Di Telecom Italia Spa taluni ricordano in modo particolare la gestione di Ernesto Pascale, quando l’azienda era un colosso posizionato tra il V e il VI posto a livello mondiale.
Diverse vicissitudini da allora hanno palesato il crollo della società, a causa anche del ripetuto acquisto a debito della stessa.
Oggi abbiamo una nuova realtà che fa capo a Vincent Bolloré, manager francese particolarmente presente anche nel nostro Paese. In tutto questo il Governo ha avuto un ruolo importante, cioè quello di “Ponzio Pilato”.
Il mondo delle telecomunicazioni rappresenta ancora un asset strategico? Questa è una delle tante domande dalla quale ci si aspetta una risposta, anche per capire le strategie di Bolloré – ha lavorato bene per l’acquisizione di Telecom Italia, senza particolare chiasso, ma adesso è giunto il momento di scoprire le carte. Un operatore di telecomunicazioni, è inutile nasconderlo, non ha più i profitti del passato, può essere guidato anche fuori dal nostro territorio, ma è importante realizzare un piano strategico che possa garantire al Paese, ai lavoratori e agli stakeholder quel tanto di fiducia che attualmente sembra mancare.
L’arrivo di Flavio Cattaneo è positivo, un uomo di esperienza, molto inserito nel tessuto politico ed economico del nostro Paese, ha un curriculum di elevato riguardo ma trova una società che ha ben 27 miliardi di debiti. Sarà uno dei motivi che lo condizionerà per fare un piano strategico utile e necessario per il Paese. Dovrà sciogliere il nodo della banda larga: Telecom è in grado di procedere da sola? Dovrà fare accordi con Cassa Depositi e Prestiti? Punterà a realizzare la banda larga nelle 200 città identificate? Punterà a vendere la società delle Torri? Concluderà l’accordo con il Gruppo Mediaset che era stato ipotizzato solo nel 1998, dove si sosteneva che Telecom sarebbe stato il carrier di prestigio nella quale Mediaset avrebbe riposto i propri contenuti? Tutto questo “materiale in sospeso” non rappresenta un problema, la politica riesce anche a fare di peggio. Dopo circa 15 anni probabilmente si riuscirà a chiudere qualcosa, avendo perso tempo, denaro e ruoli strategici.
Cattaneo ha un Consiglio di Amministrazione forte, si consideri il ruolo di Tarak Ben Ammar (Telco) e dei quattro rappresentanti di Vivendi.
Sarà una gestione che dovrà sempre mediare? Speriamo di no. Cattaneo è stato nominato all’unanimità del Consiglio. Detta unanimità dovrebbe essere coesa anche in momenti di contrasto. Sarà necessario evitare, come è capitato a Marco Patuano, di trovarsi in minoranza o soli contro ipotesi di lavoro totalmente autonome e divergenti.
E’ ora di finirla di fare demagogia, di dire che tutto va bene, che Telecom è rimasta in Europa e che quindi non abbiamo l’ennesima acquisizione dei cinesi. Mi piacerebbe molto poter leggere e scrivere che il nostro Paese acquista società della stessa misura in Francia, in Germania, in Spagna, etc.
Cattaneo dovrà sviluppare piani strategici, industriali e finanziari, le deleghe sono importanti, sono rimaste fuori la Security e Sparkle.
Auguri di buon lavoro.