Nella classifica degli stati membri per partecipazione alle votazioni, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito fanno peggio di noi. Sul podio Austria, Malta e Croazia. Gli inglesi sono al penultimo posto, mentre il dato più negativo spetta ai greci.
Il tema dell’assenteismo è spesso al centro del dibattito politico nazionale; molto meno se ne parla in riferimento all’europarlamento.
In Italia la produttività dei parlamentari è tracciata su openparlamento, mentre per il parlamento europeo il lavoro è portato avanti da VoteWatch.eu. Il dato delle presenze è calcolato sulla partecipazione dei singoli deputati alle votazioni.
L’organo europeo si riunisce meno spesso rispetto ai singoli parlamenti nazionali – in media fra le 4 e le 5 volte al mese – e questo ovviamente favorisce percentuali di presenze alte. Dal primo luglio 2014 , inizio ufficiale dell’ottava legislatura, ad oggi si sono tenute 3.103 votazioni, in 102 sedute plenarie.
Fra gli stati membri, i deputati del nostro paese sono all’11° posto per numero di presenze alle votazioni elettroniche, con una percentuale che si attesta al 91,27%. Il dato, in calo rispetto a gennaio di quest’anno quando il nostro paese era al nono posto, è comunque in crescita rispetto agli anni precedenti, come mostra il grafico.
Il dato italiano è superiore a quello degli altri grandi paesi europei. I deputati francesi segnano un 89,75% (15° posto), quelli della Germania 89,30% (16° posto) e della Spagna 89,06% (17°posto). I parlamentari del Regno Unito hanno una percentuale media molto bassa, dell’84,69% e sono al penultimo posto fra i 28 stati membri.
Peggio dei parlamentari inglesi fanno solamente i greci, la cui percentuale di presenze è dell’84,52%. La testa del podio è degli austriaci (95,69%), unici a superare la soglia del 95% insieme ai deputati di Malta (95,08%). Il terzo posto è occupato dai croati (alla loro prima legislatura da inizio mandato) che registrano un dato medio del 94,67%.