Ho ascoltato pochi minuti fa un’intervista al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, e ciò che subito ho percepito è che senza molte illusioni l’onorevole parla un linguaggio diverso dal tradizionale, vecchio e superato “politichese”.
In primis ha evidenziato il problema per cui pochi si occupano effettivamente dell’aspetto gestionale di una PA, normalmente si fa il confronto sulla base delle competenze, ma non sempre a ciò corrisponde una giusta gestione della macchina pubblica che ha il fine ultimo di rendere la vita più semplice al cittadino/imprenditore.
Calenda non si è tirato indietro al momento di parlare delle lobby: non ha gridato allo scandalo, ma ha immediatamente evidenziato che serve un registro per capire chi sono gli interlocutori. Si avvale di Enrico Bondi che lo ha definito un giovane ragazzo e ciò dimostra, da uomo intelligente qual è, che si può essere vecchi anche a 20 anni: sono i comportamenti, le idee e gli aspetti innovativi che possono poi essere elemento di valutazione e di giudizio.
Ha annunciato che per settembre ci sarà da parte del suo dicastero un piano industriale, dove cercherà di far scrivere cosa deve fare e cosa non deve fare il Ministero. Ha citato la legge navale ed ha subito commentato: “perché deve sostare da me e non al Ministero della Difesa?” Ha sottolineato la validità di una politica energetica che lo Stato deve attuare per rappresentare le linee strategiche comunitarie di settore e, nello stesso tempo, la relativa vision e mission. Ci deve essere più Stato o meno Stato? Ci debbono stare tutti e due ma con competenze precise per le parti. Il piano industriale per quanto riguarda l’Ilva va visto anche in un contesto ambientale, le due cose non sono parallele ma convergono.
Per ciò che concerne il piano del Ministero, dovrebbe essere pronto tra sei mesi. Per quanto riguarda la Rai ha fatto riferimento alla governance, ad un valido piano ed ha ripreso il Ministro quanto ho sostenuto molti anni fa nella veste di relatore al Consiglio Superiore Tecnico delle Telecomunicazioni, che la Rai ha come primo mandato quello di rispondere al concetto di servizio pubblico ma anche dei relativi contenuti.
Non ha trascurato i progetti delle 60 mila piccole e medie imprese distinguendo le realtà che possono competere verso l’estero, vedi quelle impegnate nell’innovazione tecnologica, e quelle del settore alimentare.
Calenda è un ministro che comunica con rapidità, vende fiducia e pertanto è auspicabile che l’intero Governo possa condividere la sua impostazione evitando di tornare alle vecchie, solite, diatribe.