Smart working: grandi adesioni e primi responsi. Il caso Telecom.

Partiamo da una definizione: con il termine smart working si indica una nuovo modello di organizzazione del lavoro atto a promuovere “le forme flessibili del lavoro agile allo scopo di incrementare la produttività del lavoro e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. In italiano viene tradotto dai più, appunto, in ”lavoro agile” e coinvolge tre attori principalmente: il lavoratore che deve ripensare il proprio modo lavorativo, l’approccio, rivendendo il proprio ruolo in ottica di flessibilità e sinergia col management; la tecnologia che con i sistemi di informazione, la comunicazione digitale, con il cloud, permette l’accessibilità da remoto,  che ha permesso l’evoluzione del lavoro con nuove forme più intelligenti ed efficacimonitoraggio, perchè è fondamentale controllarei risultati e valutare l’efficienza e il benessere del personale, nonchè l’impatto sulla produttività dell’azienda.

In questi ultimi tempi se ne sente parlare molto, svariate sono le aziende italiane che stanno introducendo questo nuovo modus operandi, anche spinte dal nuovo disegno di legge. Diversi i casi a livello internazionale: hanno adottatto il lavoro agile con risultati più che soddisfacenti aziende come LiveOps, Teletech, Amazon, Dell, IBM, Sutherland Global e Humana.

Come già annunciato, uno delle leve cardine della diffusione dello smart working è il progresso tecnologico che ha facilitato l’ingresso di una simile forma di lavoro anche in aziende molto grandi. Come afferma Andrea Iapichino, referente per lo Smart Working di Telecom Italia, il lavoro agile si serve della tecnologia e al tempo stesso la serve in modo reciproco redendosi abilitatore della trasformazione digitale, soprattutto in un’azienda come Telecom provider di tecnologie e servizi di comunicazione digitali.

Fa pensare nel case hystory di Telecom, che fra coloro che stanno testando lo smart working, ad ususfruirne maggiormente siano le fasce d’età più mature, che sono anche le più soddisfatte.

Nello smart working i vantaggi possono essere molteplici, secondo le proiezioni svolte in uno studio del Politecnico di Milano, si potrebbe assistere ad un incremento della produttività dei lavoratori anche fino al 20%. I benefici si farebbero sentire anche sulla riduzione dei costi di gestione dello spazio fisico e sull’abbattimento del fenomeno dell’assenteismo.  Il lavoratore, a livello personale, potrebbe risparmiare sia tempo che denaro, nonché ritrovarsi ad avere un maggiore equilibrio fra vita e lavoro. Con l’abbattimento delle componenti rigide e dell’eccessiva gerarchia che verrebbero date dallo smart working, il dipendente risulterebbe maggiormente soddisfatto sia a livello di realizzazione personale sia a livello di motivazione.

Da ciò che emerge dagli studi effettuati dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, a livello di sostenibilità, dallo smartworking ne trarrebbe beneficio tutta la società, grazie al risparmio derivante dal mancato spostamento di masse di lavoratori, si stima un risparmio procapite di ben 372 kg di CO2 all’anno per due giorni di co-working a settimana.

Nel caso di Telecom, ad esempio, la metodologia introdotta prevede un giorno a settimana in smart working,  a casa o in una sede satellite, il mercoledì o il giovedì, in controtendenza all’approccio del weekend lungo. Il modello di Telecom si allinea perfettamente al disegno di legge del governo, da cui quindi non derivano diminuzioni del pacchetto retributivo.

Molte aziende hanno comprovato il successo dello smart working, diverse in Italia come Telecom stanno sperimentando il modello, interpretandolo in base alle proprie logiche aziendali. Le indagini dopo i primi mesi di attuazione (dopo una prima fase su numeri limitati, si è passati ad una sperimentazione su bacini più ampi), vedono un giudizio positivo per la maggioranza, in Telecom il 30% dei capi ha manifestato un consenso affermando che lo strumento ha palesato un aumento della produttività, solo il 2% è contrario all’adozione.

In Telecom a supporto dello smart working è stata implementata anche una pagina intranet, che conta già 120 mila accessi con oltre 2 mila post. In questa piattaforma è possibile confrontarsi, commentare il nuovo modello di lavoro, esprimere i propri dubbi, porre domande e dare risposte. Senza dubbio questa nuova impostazione da un respiro più flessibile e orizzontale, sicuramente meno gerarchico.

Come dispone il disegno di legge in materia di lavoro agile, lo smart working non consiste in una nuova forma contrattuale del rapporto lavorativo, ma bensì in una nuova modalità flessibile di svolgimento del rapporto di lavoro subordinato con il fine di determinare nuovi modelli innovativi di organizzazione del lavoro, favorendo la produttività e conciliando in modo migliore i tempi di vita e di lavoro.

Intanto secondo ciò che esplicitato proprio dal nuovo disegno di legge, emerge che il lavoro agile è una prestazione di lavoro subordinato eseguita in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno entro i limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. A questo modello è consentito l’ausilio  di strumenti tecnologici per la fruizione dell’attività lavorativa, ed un’assenza di postazione fissa durante le fasi di lavoro svolte all’esterno dei locali aziendali.

Il datore di lavoro è responsabile della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti tecnologici assegnati per lo svolgimento del lavoro. Gli incentivi di carattere fiscale e contributivo eventualmente riconosciuti in termini di incremento della produttività ed efficienza del lavoro saranno applicabili anche al lavoro svolto in modalità di lavoro agile. Ciò significa che il lavoratore che presta l’attività di lavoro subordinato in modalità agile ha diritto di ricevere un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato ai lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda.

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