Cosa sono le navette parlamentari e quanto sono frequenti – speciale referendum

Il ping pong dei disegni di legge tra camera e senato è uno dei principali aspetti dibattuti in vista del referendum costituzionale. Vediamo di cosa si tratta, e facciamo un po’ di conti. A cominciare dal fatto che nell’attuale legislatura si è verificato per 50 delle 252 leggi approvate.
Il nostro attuale assetto costituzionale è un bicameralismo perfetto. Le due camere che compongono il parlamento, camera e senato, hanno esattamente gli stessi poteri. Condividono cioè competenze e obblighi e qualsiasi decisione presa da un ramo deve essere approvata anche dall’altro.

L’esempio più ricorrente per far capire come funziona il bicameralismo italiano è l’iter per l’approvazione di una legge. Ogni proposta presentata al parlamento deve essere approvata da entrambi i rami. Se per esempio dopo il voto alla camera il testo viene modificato dal senato, la proposta deve obligatoriamente tornare alla camera. Questa dinamica in gergo viene chiamata “navetta”, un ping pong legislativo fra un ramo e l’altro del parlamento per cercare di trovare un accordo comune.

La riforma costituzionale del governo Renzi rivoluzionerebbe questo sistema, depotenziando il senato. Con una vittoria del sì il nostro parlamento rimarrebbe bicamerale, cioè composto da due camere, ma l’iter principale per l’approvazione di una legge diventerebbe monocamerale e sarebbe svolto da una sola aula. Di conseguenza non ci sarebbero più le navette, se non per quei provvedimenti che nel nuovo assetto costituzionale rimaranno di approvazione bicamerale (analizzerremo in dettaglio questo aspetto del referendum nei prossimi giorni).

Cerchiamo ora di capire quanto impatta la navetta sulla produzione legilsativa del parlamento italiano. Da inizio legislatura fino al 18 ottobre camera e senato hanno discusso e approvato 252 leggi. Di queste, 50 hanno richiesto la navetta parlamentare a causa di modifiche da parte di un ramo: il 19,84% del totale. Nella XVII legislatura, quindi, 1 legge su 5 ha subìto un’estensione dell’iter ordinario, che già richiede due approvazioni.

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