Smart Working: il processo complesso del cambiamento

Quello che è in atto a livello globale riguarda un processo complesso di cambiamento, per la quale è necessario agire contemporaneamente su più leve, dalle contaminazioni derivanti dalle nuove tecnologie e dal digitale, certamente, deve avvenire anche un mutamento nella gestione della forza lavoro. In risposta a queste necessità, derivanti dalla capacità di adeguarsi, è noto l’approdo al lavoro agilesmart working – che sempre più viene preso in buona considerazione anche nel nostro Paese, per la quale è necessaria però una accurata regolamentazione. A testimonianza di una già pronta adozione, fra i case history più noti troviamo realtà come BNL, Telecom Italia e Barilla, quest’ultima entro il 2020 vuole espandere lo smart working al 100% del personale.

All’interno di una azienda, che sia di piccole, medie o grandi dimensioni, nell’affrontare il tema dello smart working, però, ci si deve porre alcuni quesiti: quali sono ad esempio le motivazioni che ci portano all’adozione di un progetto di smart working? Quali sono le figure responsabili del progetto? Gli altri interlocutori aziendali come vengono coinvolti? Qual’è la rilevanza delle tecnologie digitali nello smart working? Tutti questi elementi sono solo l’inizio e costituiscono l’insieme di leve sulla quale attuare il proprio approccio strategico, nell’attenzione di tutti i componenti dell’organizzazione fatti di obiettivi, priorità, peculiarità tecnologiche, culturali e manageriali.

Nel frattempo in Italia gli smart worker sono in costante crescita, con un + 40% in 3 anni per un totale di oltre 250 mila lavoratori coinvolti, circa il 7% degli impiegati.

Nell’osservare questi indicatori di crescita del fenomeno, risulta importante, opportuna e urgente, una legge sul lavoro agile, vista la mancanza di certezze del quadro normativo, per indirizzare l’adozione da parte di imprese e PA, oltre che per rimuovere alibi e incertezze normative. Dunque, non tanto per permettere di fare smart working, visto che è già possibile, ma per regolarlo, condurlo, guidarlo fornendo dei riferimenti.

In un contesto normativo da definire al più presto si deve cambiare, dunque, mentalità, vedendo anche il nuovo assunto del lavoro agile, nonché rivedendo le forme retributive oltre il luogo comune, che sono da stabilire in base ai risultati e a prescindere dalla presenza fisica in un determinato luogo di lavoro. Oggi più che mai, allo smart worker si richiede di produrre.

In tal senso, casca a pennello un indice ideato da Microsoft denominato Smart Index che serve proprio a calcolare la produttività smart di una azienda.

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