Le tappe che segnano le fasi della vita dell’Europa prendono le mosse a Parigi il 18/04/1951, quando viene firmato il primo trattato comunitario per la gestione del carbone e dell’acciaio (CECA).
A Roma, il 25 marzo 1957, vengono firmati dai sei fondatori i due accordi sul mercato e sulle gestione dell’energia atomica.
Successivamente, a Maastricht, il 7 febbraio 1992, viene sottoscritto il Trattato di Maastricht, firmato dai 12 Paesi membri della Comunità Europea, per determinare le regole politiche ed i parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati aderenti nell’Unione Europea.
A Lisbona, il 13 dicembre 2007, viene firmato il trattato di riforma, che recepisce i principi e le norme della Costituzione Europea.
In questi giorni, la Commissione Junker ha pubblicato un Libro bianco sul futuro dell’Europa, in vista della del Consiglio Europeo del 25 marzo a Roma in occasione dei 60 anni dei Trattati di Roma che crearono la Comunità Economica Europea.
Cosa c’è che non va in Europa?
Spesso si è parlato di valori economici e finanziari, non ponendo l’attenzione sulla necessità di creare un’Europa capace di parlare del mondo sociale, di cultura, di scuola ed università, di luoghi d’incontro, di musei e di innovazione.
Tutti guardano all’Europa come ad un insieme di procedure, di burocrazia, di vincoli e di parametri. L’uscita dell’Inghilterra dall’Europa deve essere visto come un campanello d’allarme, o l’Europa si sveglia oppure vince la campagna del “LEAVE”. Per molti cittadini vedere l’incapacità di chi governa l’Europa diventa motivo di delusione. I poteri non sono molti, ma non abbiamo avuto quasi mai segnali illuminanti, convincenti e costruttivi.
Cosa servirebbe? Definire provvedimenti immediati per aiutare i giovani ad inserirsi nel mondo lavorativo, regolare i flussi degli immigrati, tutelare i cittadini garantendogli una buona assistenza sanitaria.
Se si fanno cose serie, si toglie spazio a coloro che vogliono denigrare l’Europa.
La parola chiave è “Innovare e Costruire”.