Europa: perchè è indispensabile l’High Performance Computing

Nel corso del Digital Day in occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma, l’High Performance Computing è stato uno degli argomenti cardine. L’HPC è considerato uno dei pilastri per la Digital Society che verrà, indispensabile nei processi legati all’innovazione scientifica, sociale e industriale.

La comunità scientifica da tempo propone di avere un maggiore accesso alle tecnologie di high performance computing, per molti addetti ai lavori alcuni dei campi di applicazione più sfidanti sono quelli della biomedicina, della medicina di precisione e del settore health care in genere, ma anche machine learning e intelligenza artificiale. L’HPC può rivelarsi cruciale nel decodificare le funzioni del cervello umano, nell’optical intelligence, ma è molto importante l’open innovation e lo sviluppo del miglior ecosistema di ricerca possibile. Per quanto concerne l’Artificial Intelligence, grandi cose sta facendo in questo ambito il Barcellona Super Computing Center.

Dall’Europa fanno sapere infatti che l’High Performance Computing va integrato al più presto, abbiamo moltissimi dati da processare. Una città del futuro, una smart city, e un sistema di mobilità intelligente hanno bisogno di processare una miriade di dati in modo istantaneo, in tempo reale, per garantire l’efficienza e la sicurezza del traffico. Abbiamo bisogno di prendere decisioni in tempi brevissimi per evitare incidenti. Il traffico di dati è mostruoso e critico. In un mondo dove tutto è digitale e ogni città è interconnessa  le informazioni da processare vanno nell’ordine dei nanosecondi.

A livello europeo servono modelli e strumenti, ma soprattutto abbiamo bisogno di hardware. Anche per una tutela lato sicurezza, soprattutto processando una vasta mole di dati e di informazioni. Se le aziende europee non cominciano a produrre hardware saranno costrette sempre più ad inseguire gli altri colossi del globo. Proprio con il Digital Day si sono poste le basi per l’Europa come big player dei supercalcolatori. Firmato infatti un trattato d’intesa fra l’Italia e altri sette stati per la creazione di una rete di “exascale computer”, ovvero dei supercomputer in grado di effettuare 1018 calcoli al secondo. Si vogliono creare dei veri e propri cluster di processori in grado di analizzare vastissime moli di dati in real time.

In tutto questo, dobbiamo ricordarci sempre di difendere i nostri dati, le responsabilità da prendere devono coinvolgere politica, cittadini, ricercatori e imprese. La conoscenza dei supercomputer è fondamentale per il progresso, la ricerca e lo sviluppo così come è indispensabile proteggere tutto il continente. In questo senso ogni Paese deve imporsi un livello di sicurezza idoneo per tutta la comunità.

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