La ricerca: motore e futuro dell’Europa

Sentieri Digitali e la SI-IES hanno partecipato all’evento ‘60 anni di Europa e 10 anni di Erc: la ricerca come supporto ai processi di unificazione dell’Unione Europea – verso una diplomazia scientifica‘ (ERC: European Resource Council – Consiglio Europeo per la Ricerca) che si è tenuto presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma. Sono stati percorsi da parte del Presidente del CNR, Prof. Massimo Inguscio, vari avvenimenti salienti della vita dell’UE, egli ha messo in luce citando Voltaire che la scienza è applicata a tutto. 

Diversi gli interventi: Patrizia Toia, Vice Presidente della Commissione ITRE del Parlamento Europeo, ha auspicato alla necessità di avere una maggiore attenzione alle decisioni che si prendono da qui a 2 anni, in quanto poi queste si ripercuotono per gli anni successivi. Un proposito è: perchè non creare una rete che mette in collegamento tutti gli IRCCS – Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Ha fatto cenno, inoltre, al primo bando ENI CBC MED, il programma di cooperazione transfrontaliera con i paesi europei nel bacino del Mediterraneo che fa parte dello Strumento europeo di vicinato (ENI) che vede gli interessi verso il Mediterraneo e cooperazione, con attenzione alle aree tematiche riguardanti innovazione, salute, invecchiamento attivo, etc.

In molti si sono soffermati sul CERN – Consiglio Europeo Ricerca Nazionale dove operano 8000-9000 fisici, di cui 7000 europei e il resto americani o provenienti dell’America Latina. La popolazione del Cern è particolarmente giovane, quasi i due terzi.

Si è parlato di Galileo, che sta dando i suoi frutti in questo periodo e che investono molto bene il settore dell’energia e dell’agricoltura.

Tecnologia, innovazione e scienza viaggiano insieme. Un’azienda che non è innovativa non sta più sul mercato. Un aiuto viene dalla ricerca di nuovi modelli anche in considerazione della tecnologia prevalentemente digitale. Si parla molto di energia, dell’accumulo di risorse energetiche che coinvolge piccoli e grandi entità.

L’innovazione diventa una competizione di sistema, è intervenuto il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani che ha sottolineato l’importanza della Ricerca, il ruolo di Galileo e i 30 satelliti che erogano servizi come si è accennato in più settori. È importante cambiare le regole che riguardano la concorrenza. L’Europa ha messo a disposizione in bilancio 77 miliardi di euro per il 2014-2020 per innovazione, ricerca e favorire anche i cluster. Serve la diplomazia scientifica al fine di stimolare i giovani studenti in Italia ed Europa per avere un ruolo da protagonisti, ed ancora, che la ricerca è qualità. Inoltre, in questo momento è utile e opportuno fare delle joint venture con la Cina, puntare a ricerca acqua ed energia. Tajani ha dialogato con il Presidente della Corte dei Conti Europei (Klaus-Heiner Lehne) al fine di considerare la voce ricerca nel bilancio europeo in maniera diversa dalle attuali funzioni. Ci sono stati cenni molto importanti anche sulla formazione, che è fondamentale anche al fine di come aiutare la ricerca.

Il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), la signora Valeria Fedeli, ha messo in luce la necessità di coesione dei 27 paesi europei. Si è soffermata al Piano Nazionale Ricerche che è fondamentale anche per il settore industriale. Ha annunciato che il Miur – Scienze e Amministrazione sarà a Torino a Settembre per i nuovi finanziamenti di contesto.

 

IL COMUNICATO STAMPA DEL CNR – CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

60 anni dei Trattati di Roma e 10 anni di Erc

La ricerca motore e futuro dell’Europa

La comunità scientifica dell’Unione si è incontrata oggi a Roma, al Cnr, per celebrare i Trattati fondativi e il Consiglio europeo della ricerca. La cooperazione nel settore ha dato vita alla ricerca spaziale, al laser e al web e oggi getta le basi per le sfide del futuro: il computer quantistico, il Future Circular Collider, l’esplorazione di Marte

I Trattati di Roma del 1957 hanno segnato l’avvio dell’Unione Europea non solo sul piano dell’integrazione economica e sociale ma anche su quello della collaborazione nel settore della ricerca scientifica, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione. È per questo che oggi la comunità scientifica europea ha celebrato, presso il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), i 60 anni dei Trattati di Roma fondativi dell’Ue e i 10 anni dello European Research Council (Erc).

L’incontro ha visto, tra gli altri, gli interventi del presidente del Cnr Massimo Inguscio, di Carlos Moedas, Commissario europeo per la ricerca, la scienza e l’innovazione, di Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, del ministro dell’Istruzione, università e ricerca Valeria Fedeli e di Jean Pierre Bourguignon, presidente Erc.

“La ricerca ha assunto un ruolo di primaria importanza nella creazione di un’Europa unita e nella condivisone dei saperi, con migliaia e migliaia di giovani ricercatrici e ricercatori che con passione e talento hanno lavorato assieme nei diversi Paesi in Europa e nel resto del mondo”, ha dichiarato il presidente Inguscio. “Al contempo l’Unione Europea ha consentito il raggiungimento di prestigiosi risultati scientifici che hanno rappresentato veri punti di svolta per la società contemporanea, per il benessere delle persone e per la salute della Terra”.

Trasformazioni epocali avvenute in un arco temporale che potremmo dividere in due. I primi 50 anni (1957-2007) hanno segnato traguardi fondamentali per la scienza e la tecnologia che hanno cambiato profondamente la visione dell’uomo e del mondo: le missioni spaziali, il laser nelle applicazioni industriali e mediche, l’informatica e il world wide web. Questa ‘disruptive innovation’ è stata potenziata e sviluppata negli ultimi dieci anni (2007-2017) con una ‘disruptive application’ che ha rivoluzionato la nostra vita: si pensi solo alla Ict (Information and communication technology).

A partire dal ruolo svolto dalla scienza nel processo di unificazione europea e nel primo decennio dell’Erc, istituito dall’Unione Europea nell’ambito del VII Programma Quadro, le personalità intervenute hanno riflettuto proprio sull’importanza di sostenere la ricerca di base di eccellenza. “Ricerca indispensabile per le grandi innovazioni che ci permetteranno di affrontare le attuali e future sfide e opportunità nei diversi campi scientifici: medicina e salute, ambiente, cultura, sociale ed economia”, conclude Inguscio. “Negli ultimi dieci anni, oltre che mettere a frutto le grandi scoperte precedenti, gli scienziati hanno posto le basi per gli studi di frontiera che produrranno le disruptive innovation di domani: ad esempio, il computer quantistico, l’esplorazione umana di Marte e il super acceleratore di particelle del futuro (Future Circular Collider) per indagare le grandi questioni dell’universo. E ancora le nuove ricerche per vincere il cancro e gli innovativi sistemi e modelli di studio per la salvaguardia e cura della Terra”.

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