Non è facile trovare indicatori capaci di valutare il successo o meno di una realtà lavorativa e innovativa che rientri tra le startup. Gli addetti ai lavori parlano dell’utilizzo di un algortimo. Il termine algoritmo significa procedimento di calcolo che deriva dal termine latino algorismus che a sua volta proviene dal nome del matematico uzbeko, Abu Ja’far Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi, vissuto nel IX secolo dopo Cristo.
Un algoritmo è una qualsiasi procedura computazionale ben definita con un numero finito di regole che conduce al risultato dopo un numero finito di operazioni che pende un insieme di valori, come input e produce un insieme di valori come output. L’algoritmo si dice corretto se, per ogni istanza di input, si ferma con l’output corretto e risolve il problema computazionale dato. Gli algoritmi vengono descritti tramite programmi che si avvalgono di istruzioni e costrutti dei linguaggi di programmazione per essere eseguiti da calcolatori elettronici.
Dopo questo breve cenno non esaustivo al significato di algoritmo, solo per comprenderne i principi, veniamo al come misurare una startup. C’è la necessità di sviluppare un modello probabilistico basato sulla causalità del moto browniano, applicato a grandi moli di dati relativi a startuppers, investitori, performance d’azienda nelle fasi iniziali di vita. Secondo lo studio pubblicato in questo mese su arXiv, l’algoritmo sarebbe in grado di raddoppiare le probabilità di individuare una startup capace di generare un exit, che venga collocata in borsa o acquistata da una società più grande. Gli algoritmi vengono utilizzati per n cose/attività, per esempio, per la pianificazione ottimizzata della distribuzione con viaggi sincronizzati, il metodo utile è un algoritmo metaeuristico, questi nascono dall’integrazione di algoritmi esatti utilizzati all’interno di un framework metaeuristico, scelto come paradigma di soluzione del problema.