Bèlice o Belice?

In questi giorni si è parlato del terremoto del Belice. Al posto di parlare del disastro causato dal terremoto solo 50 anni fa, per il quale sono stati stanziati 9 miliardi da parte del Governo destinati alla ricostruzione, ed è vergognoso dirlo e sciverlo, ma sembra che ancora oggi ci siano 84 persone che aspettano i soldi per ricostruirsi casa. Si pensa invece a scimiottare la pronuncia, se l’accento va sulla prima “e” o nella "i" a seguire, può essere un argomento da discutere nel mondo accademico, cultori della materia potrebbero prodigarsi dedicandoci magari una giornata di riflessione.

La parola “Bèlice”, è una parola piana che rispettando la tradizionale cultura locale, sulla quale non vi era ovviamente necessario evidenziare l’accento grave sulla “i”, fu trasformata in occasione del terremoto diventando una parola “sdrucciola”. L’alterazione della pronuncia, certamente, non fa dimenticare il disastro ed il poco impegno volto a cancellare il ricordo brutto del terremoto; come in parte invece hanno fatto nella Regione Friuli che ha ricostruito il tutto pur avendo avuto molti danni e continuando ad andare avanti. Per quanto riguarda il Belice, invece, siamo arrivati ad avere una forma snobbistica, una tendenza letteraria, focalizzata al parlare dell’accento tonico. Quasi a voler mobilitare e render più britannicamente elegante qualcosa che nella normale dicitura piana poteva sembrare banale.  Lo spostamento dell’accento diventa preponderante per un Paese come il nostro, e la parola Bèlice entrò nel lessico quotidiano come sinonimo di ritardo e di indifferenza.

Di tutto questo bisognerebbe sentire i diretti interessati per capire quanto pesa per loro un accento rispetto a tantissime carenze che ancora si debbono sopportare, mentre si “scimmiotta” sulla terminologia, sull’accento, ignorando delle situazioni veramente spregevoli, di un immagine pessima, ne potrebbero e ne potremmo fare certamente a meno, al posto di soffermarci su un aaccento che a circa 59 milioni e 990 mila cittadini italiani interessa veramente molto poco.

Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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