I pirati tv, nel 2018 crescita record del 50%

Record di violazioni per oltre 64 mila eventi live, il quadruplo rispetto al 2011-2012, questi i numeri sulla prima metà del campionato: 43167 violazioni, +50% rispetto allo stesso periodo del campionato passato. È quanto emerso da un approfondimento riportato da Il Sole 24 ore sulle tv pirata.

In base a una ricerca Ipsos/Fapav 4,6 milioni di italiani fruiscono illegalmente di eventi sportivi live, stimati circa 21 milioni di atti di pirateria nell’anno passato. Il più colpito il mondo del calcio, poi formula 1, motogp, e tennis. Ciò avviene attraverso siti web, ma anche iptv e decoder contraffatti che diffondono contenuti piratati. L’attività dei decoder contraffatti permette di avere abbonamenti “all inclusive” a 10-20 euro. A questo si unisce il business dei siti pirata che fanno leva sulla raccolta pubblicitaria.

I reati sono riciclaggio, hackeraggio, reati valutari, associazione a delinquere. L’articolo 473 del codice penale indica multe dai 2500 euro ai 25mila euro, oltre alla reclusione da sei mesi a tre anni per chi vede contenuti attraverso Iptv illegali. Si è registrato, dunque, il 50% in più di partite piratate a metà campionato.

Serve educazione sociale, in particolare ai giovani, ausilio delle autorità competenti e degli altri player interessati. L’aumento della pirateria non è però neanche una buona notizia per gli stessi club, visti i compensi variabili per numero di abbonati.

L’evoluzione tecnologica offre nuove armi alla pirateria e rende necessario un monitoraggio costante e una risposta dinamica con nuove soluzioni, anche da un punto di vista normativo.

La legge di bilancio 2019 introduce una misura che rafforza la lotta alla pirateria, affiancando alla Lega Serie A (titolare dei diritti) anche i broadcaster e detentori di diritti che possono far valere i loro diritti denunciando i pirati e chiedendo l’intervento del giudice per chiudere il sito pirata, esiste anche il “daspo online” per i siti e i server pirati.

All’estero la Premier League inglese ha creato un ufficio a Singapore per combattere in maniera mirata il tema della pirateria. Per i contenuti sportivi protetti dal copyright la Premier League e gli internet service provider hanno trovato un accordo che poi è stato reso esecutivo dall’Alta Corte di Giustizia di Londra: l’inibizione non solo dell’accesso ai domini (Dns) dei siti pirata ma anche dell’accesso ai server che consentono a tali siti pirata di operare. Solo nella stagione 2017-2018 le violazioni bloccate sono state 200 mila.

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