I giorni passati sono stati polarizzati dalle elezioni in Sardegna, non tanto per gli impegni e i programmi politici dei partiti, ma per la situazione dei pastori, che lamentano una modesta remunerazione del loro impegno lavorativo per la vendita del latte. Sull’argomento si sono tutti impegnati e, attualmente, la remunerazione è stata leggermente adeguata, con promesse di elevarla successivamente.
L’argomento è molto delicato. Rientra anche nel contesto delle politiche europee, e, quindi, molte aziende casearie sarde preferiscono acquistare il latte da un Paese europeo, per esempio la Romania, pagandolo ad un costo relativamente basso. I risultati elettorali sono come al solito vecchi e vetusti, in quanto, come al solito, tutti vincono e nessuno perde. Si è aggiunta, inoltre, la comunicazione durata due giorni e centrata sugli exit poll. Non solo non ci hanno azzeccato, ma hanno ripetutamente parlato di “forchette”, con piccole percentuali di differenza tra i due partiti, quando, invece, vi era e vi è stata una differenza di circa 13 punti (l’errore previsto negli exit poll è di circa il 2-4%). Nessuno parla di numeri e di realtà. Chi governava ha perso, ma ha vinto lo stesso.
Un altro argomento di attualità riguarda la Brexit. In questi giorni i laburisti di Corbyn si sono fatti avanti, cominciando a parlare di referendum bis. In alternativa, la solita soluzione del rinvio.
Ancora, si parla di Huawei, il leader mondiale per le nuove reti mobili 5G, che, per motivi di opportunità e di strategie, gli Stati Uniti intenderebbero bloccare. Stando agli ultimi rumors, sembra che ci sia un accordo tra Stati Uniti e Cina verso un’intesa sui dazi doganali, e, quindi, Huawei potrebbe rientrare nel circuito mondiale.
Altro punto delicato riguarda il Venezuela, che sta vivendo un momento delicatissimo, sia per le guerriglie in corso, sia per la grande pericolosità igienico-sanitaria e legata alla fame.
Altre tematiche di forte attualità, che ci riguardano più da vicino come contenuti di Sentieri Digitali, includono l’e-commerce ed il suo crescente sviluppo con l’utilizzo dei social; i Big Data e gli algoritmi che li analizzano, determinanti ai vari livelli organizzativi e decisionali; il nostro Digital Innovation Hub Virtuale, che segue le PMI e la relativa Trasformazione Digitale. Si ribadisce che in questo momento la parola chiave è Formazione, tenendo presente l’invecchiamento demografico, che determina e determinerà il cambiamento e del mercato del lavoro in tutti i settori, anche in quello agricolo dove si affermano agricoltura intelligente e di precisione. Big Data, Intelligenza Artificiale e Tecnologie IoT sono quasi una realtà, introducendo modelli innovativi che investono anche l’organizzazione del lavoro, da interpretare anche come opportunità di miglioramento. Con le nuove tecnologie nel ruolo di supporto al business, con la digitalizzazione dei processi e la maggiore sinergia tra le differenti aree funzionali nell’ambito di un’organizzazione sia pubblica che privata, si può puntare e far leva sul capitale umano, cercando di creare dei team inter-funzionali, che possano dialogare tra di loro e dare un contributo convergente in maniera collettiva.
Infine, si è parlato in questi giorni dei fondi europei per il periodo 2014-2020. L’Italia ha ricevuto dall’Europa 42,7 miliardi, e aggiungendo il co-finanziamento nazionale si raggiunge una cifra pari a 73,6 miliardi (fino a Ottobre 2018 speso solo il 3% dei fondi disponibili). E’ necessario lavorare molto con l’Europa ai fini di uno snellimento burocratico, e nello stesso tempo, puntare a corsi di formazione per progettazione e presentazione di programmi e iniziative europee. In questo, il Digital Innovation Hub Virtuale è un esempio. Esso, infatti, fa parte di un network europeo dei 28 Paesi, che consente ai Digital Innovation Hubs di interfacciarsi tra di loro, di dialogare e proporre progetti, sia per le iniziative della Commissione Europea per i DIHs, sia per tutte le altre opportunità europee.