Il Mare: politiche di gestione e sostenibilità ambientale

Un argomento complesso e vasto, fonte di polemiche e di infinite potenzialità di sviluppo: il mare. Da sempre fonte di sostentamento e di vita, via di comunicazione e elemento centrale della vita sulla terra. Ogni evoluzione del pianeta, ogni fenomeno climatico, determinante per la storia della terra, ha avuto come protagonista il mare.

Oggi più che mai è al centro delle attenzioni dei Governi e dei molteplici soggetti, coinvolti a vario titolo, nel suo sfruttamento e nella sua protezione. Fenomeni quali il surriscaldamento della temperatura degli oceani e di conseguenza della terra, l’inquinamento dei nostri fiumi e mari rappresentano temi di schiacciante attualità.

Il punto di partenza della nostra semplice analisi, invece, vuole essere un altro. Il mare sembra essere al centro degli interessi generali, non per le politiche di protezione ambientale o di ricerca e innovazione, se non in minima parte, bensì per il sempre più ricco e massiccio numero di attività e investimenti legati al suo sfruttamento. Si parla di politiche per la creazione di parchi eolici e solari off-shore, di creazione di autostrade del mare, e di potenziamento di infrastrutture portuali in ogni parte, molto spesso costruendo a distanza di pochi chilometri gli uni dagli altri, mega strutture portuali, anche quando non vi è una reale necessità e una vera politica di sviluppo.

Uno degli esempi che mi sembra essere maggiormente coerente con questo punto di vista è quello che vede il rafforzamento della policy Europea sulle politiche del mare, tema che agli occhi dei soggetti impegnati in questo settore ha un valore chiaramente positivo, ma che in un ottica di reale e coerente gestione del più importante elemento della natura, forse, lo è un po’ meno.

Ritengo che il nostro futuro dipenda molto da come decidiamo di gestire le risorse naturali. Otterremo benefici in termini economici e di qualità, non gestendo il mare come un enorme risorsa da impegnare e esaurire, come un pozzo di petrolio da prosciugare, né tantomeno costruendo enormi cattedrali nel deserto, e parlo di giganteschi porti o navi, ma adeguando le esigenze dei singoli a quelle che sono le nostre comuni priorità. Sarebbe lungimirante capire come una politica adeguata ai territori, e alle zone costiere, tutte differenti e con peculiarità territoriali uniche, non possa essere, soltanto, gestita da una politica delle grandi opere. Sarebbe come costruire una enorme autostrada tra i borghi della Toscana, o come permettere la costruzione di un enorme grattacielo in mezzo alle piramidi.

Le politiche del mare sono al centro del confronto politico internazionale e rappresentano il futuro del nostro pianeta, sia esso di sviluppo sostenibile o di cieca ambizione economica. Sembra che le scelte si stiano orientando verso una politica più attenta all’ambiente piuttosto che all’immediato sviluppo industriale. Nel nostro piccolo, fare attenzione ad ogni iniziativa che veda il mare in un ottica differente, è un po’ come scegliere, quando è possibile, un mezzo pubblico o una bicicletta invece dell’automobile; ed è, alla lunga ma non troppo, pensare con intelligenza al futuro nostro e dei nostri figli. Il mare è una risorsa che può non esaurirsi, dipende tutto da noi.

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