Il digitale è un’altra parola magica che più volte viene coniugato con la transizione ecologica digitale.
Che è vero ma anche in questo caso bisogna descrivere e far capire quali sono le opportunità di crescita e le relative soluzioni per le problematiche che comporta.
Molti ormai parlano di transizione digitale come leva per lo sviluppo delle imprese e ancora di sostenibilità e quindi la strada cosiddetta green per creare valore.
Si va verso una mobilità sostenibile almeno teoricamente con un apposito ecosistema territoriale per la ricerca e lo sviluppo.
La SI-IES dispone di un osservatorio e di molte pubblicazioni su sentieri digitali sull’argomento.
Per quanto riguarda le competenze bisogna puntare alla formazione manageriale e come realizzarla concretamente e di evitare quando non si sa cosa dire di adoperare termini in lingua inglese che servono solo ed esclusivamente a percepire la poca chiarezza e l’incapacità di realizzare un progetto.
Non a caso gli anglosassoni quando descrivono un progetto non adoperano mai la lingua italiana.
L’argomento investe anche la cosiddetta finanza sostenibile.
Tutto questo crea progresso? Crea ulteriore lavoro per le imprese? Crea occupazione? O continuiamo la solfa che mancano le persone e si sparano cifre inventate che servono nel mondo digitale.
Le PMI possono essere anche in questo caso dei protagonisti, comune, provincia, regione e governo dovrebbero dare la possibilità a tutte le PMI anche con un solo dipendente di farlo partecipare anche previa remunerazione a progetti che possono essere utili e realizzati.
Al posto di andare dalla grossa multinazionale che qualche volta prende l’esperienza maturata oltre oceano e la piazza a pie pari nel nostro Paese che ha una cultura, un modo di vedere e una gestione completamente diversa.
Questo comportamento serve a dire che si è sul pezzo ma secondo noi è un pezzo che traballa e non è utile.