La Via Francigena: il turismo sostenibile al servizio dei territori nascosti

È stata presentata oggi presso l’ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo) di Roma la prima guida ufficiale dedicata al tratto italiano della Via Francigena (da Gran San Bernardo in Valle D’Aosta e giunge sino a Roma). La guida promossa dall’Associazione Europea delle Vie Francigene ed edita da Terre di Mezzo segna un grande traguardo ma soprattutto un grande punto di partenza per la diffusione e la promozione del turismo sostenibile dei cammini. Il Mibact non esclude di voler investire molto su questo settore del turismo, pieno di risorse e ancora fin troppo da valorizzare. Dagli itinerari turistici dei cammini si occupa anche l’UE che con il Consiglio degli itinerari d’Europa attivo da quasi trent’anni (1987), riconosce 32 percorsi, 20 di questi attraversano l’Italia, la Via Francigena è una di queste, la più lunga insieme alla Via Romea proveniente dalla Germania.

La tipicità della Via Francigena è che è, per l’appunto, un cammino, un itinerario destinato ai pellegrini e quindi ad un turismo lento, dolce, sostenibile e di qualità. Un percorso spirituale, di crescita e arricchimento personale. Ha in dote la capacità di unire dei punti geografici, delle piccole località tipiche esenti dal circolo turistico mainstream. La Via Francigena offre quindi una chiave di lettura diversa del territorio, con la capacità di esaltare aspetti nascosti ed aree interne. L’Italia è un paese tutto sommato piccolo con un patrimonio diffuso, grandi diversità paesaggistiche, artistiche e culturali con una quantità enorme di prodotti e tipicità enogastronomiche che con questo itinerario si possono mettere in contatto lungo un percorso turistico.

Tale guida è frutto ma anche incipit per un lungo lavoro che coinvolge strutture ricettive, imprese, comuni e regioni, oltre agli enti in una collaborazione attiva. Il lavoro collettivo per valorizzare i territori marginali da far conoscere attraverso la Via Francigena è importante. Risulta necessario fare rete, lo stesso ENIT in collaborazione con le amministrazioni regionali e locali può spronare un’attività congiunta, collaborativa e condivisa per promuovere l’economia del territorio e la Via Francigena anche come alternativa a cammini ben più noti a livello europeo, taluni fin troppo congestionati come il cammino di Santiago.

In una programma di collaborazione è evidente la necessità di ogni attore di fornire il proprio contributo con informazioni, feedback e continui aggiornamenti per migliorare il sistema turistico, permettere l’interazione e l’intervento, andando ad arricchire sempre più i servizi esistenti (come la guida presentata oggi) e crearne di nuovi magari integrati, costituendo un coro che efficienti su più livelli il sistema turistico delle Vie Francigene. In Italia, va puntualizzato per l’appunto che vi sono anche le Vie Francigene del Sud che proseguono da Roma e giungono fino a Santa Maria di Leuca nella via verso Gerusalemme, per cui è prevista l’uscita di un nuovo tomo della guida.

Grazie alla Via Francigena e agli strumenti che ne valorizzino i percorsi molte persone possono raggiungere le località più interne. Con questa guida per camminatori e pellegrini certamente si ufficializza un passo avanti e anche un invito a procedere e a chiedere anche un contributo più ampio, a livello europeo, collegandosi anche ad altri cammini, chiedendo asilo e spinta promozionale in patnership con realtà già più consolidate come il cammino di Santiago. La dimensione è quella europea e quella della Via Francigena può certamente essere un’espressione virtuosa di un’unità culturale d’Europa, uno strumento “per ricostruire unità in un’epoca di barriere e di muri”. Pensando anche a dei nuovi traguardi come il riconoscimento della Via Francigena come patrimonio dell’Unesco per la quale si stanno battendo diversi attori locali, regionali e nazionali. 

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