Clinton – Lewinsky, fu per il mondo uno scandalo che ha scosso i palazzi con la P maiuscola. Si è detto tutto l’inverso di tutto sull’argomento. Ma gli Stati Uniti d’America sono una sinusoide e vanno certamente a corrente alternata mentre cercano di imitare- saltuariamente- il più possibile l’Europa ed in particolare l’Italia.
Non contenti del caso Clinton, adesso abbiamo il caso Epstein, che si sta trovando nei guai ma non è il solo. Ve ne è subito un altro, Harvey Weinstein definito l’uomo forte di Hollywood ma che ha un discreto cv anche per altre attività. D’estate la stampa in generale, in particolare i quotidiani, hanno difficoltà a scrivere avvenimenti di cronaca, in quanto molti cittadini sono a godersi le ferie. Ma la capacità di taluni è di rimescolare ciò che è già stato, e quindi, si rileggono molto spesso notizie vecchie, ma rinnovate.
Forse, sarebbe opportuno e certamente meglio, almeno per gli uomini che fanno politica, di impegnarsi a fondo affinché il Paese non vada a rotoli.
Adesso abbiamo anche il caso dei rubli che vedono colpire la Lega. In un certo qual modo, si dovrebbe pregare che sia vero. Se dopo un attento esame da parte dei magistrati non risultasse quanto denunciato in questi giorni, sarebbe ancora una volta la maleducazione, la cattiva politica e la bieca presentazione del nostro Paese a prevalere verso l’Europa e il resto del mondo.
Certamente sarebbe molto più stimolante parlare di più dell’innovazione tecnologica che, in questo periodo, grazie al digitale sta facendo passi avanti. Il 9 aprile del 1993, il sole24 ore pubblicava il mio lavoro avente il titolo “Una rete telematica per l’Europa”. Spero tanto che tutto ciò possa avvenire in maniera concreta e che non solo creerà lo spunto per una rete telematica per tutta l’Europa, promossa da tutti gli operatori di telecomunicazioni, ma nello stesso tempo anche per dire all’Europa di lavorare a progetti importanti a partire da un piano di telematizzazione quale supporto alla terza età.
Noi, per mezzo della SI-IES stiamo lavorando per un piano nazionale per evitare, come Paese dotato di grandi capacità, di fare brutta figura non solo con i nostri cittadini ma anche con l’Europa, nel presentarci sempre divisi anche in circostanze di nomine politiche, sia in commissione e sia in Parlamento. L’auspicio è che si colmi il distacco che esiste tra il “dire e il fare” realizzando tutto ciò che di buono c’è.