I nostri lettori avranno avuto modo di leggere già nel passato un interessantissimo articolo di Marilena Giordano, datato 18 febbraio 2011 e intitolato “Ecosistemi digitali: un nuovo concetto per definire ed analizzare il web”. Un articolo per il quale abbiamo avuto molti ritorni, da parte di giovani e meno giovani, in cui si descriveva in maniera brillante un nuovo concetto, un’inedita entità di “ecosistema” applicata al mondo del digitale, prospettando il cambiamento degli assetti sociali di conseguenza alle innovazioni ICT e alle iperconnessioni di oggetti e persone in Rete.
Oggi a distanza di quasi 5 anni, ritroviamo questo articolo ancora attualissimo, e possiamo constatare come l’attenzione per gli ecosistemi digitali si sia espansa su più livelli. Così anche le istituzioni si stanno muovendo, soprattutto l’Europa ha mostrato particolare interesse all’innovazione tecnologica del digitale, lo manifestano anche i finanziamenti per i progetti europei del programma Horizon2020.
Community virtuali, ma anche Smart Cities e Internet of Things, tutti concetti che convergono nel condizionare l’efficientamento, il progresso e lo sviluppo della nostra società.
In tali ambiti l’approfondimento si è svolto principalmente su due fronti: uno verso il mondo della ricerca e sviluppo, e l’altro posto su di un piano di tipo strategico – operativo. Abbiamo assistito all’ampia diffusione di tecnologie e piattaforme open source e cloud, ormai condizione normale di applicativi intelligenti e connessi alla Rete, e già si prospettano nuovi paradigmi tecnologici e di sicuro impatto sociale come l’industria 4.0 e la manifattura digitale, ma anche nuove istanze e rivoluzioni necessarie sulla sicurezza, che diventa più che mai “cyber”; ed ancora eHealth, tecnologie indossabili (wearable), smart home e smart car.
Così con l’Europa anche l’Italia dovrebbe muoversi per trovare dei finanziamenti sia pubblici che privati, l’intento è di evitare di perdere il treno, soprattutto per ciò che riguarda un ambito particolarmente importante attraverso il quale passerà gran parte del progresso, dello sviluppo e della competitività di domani, un mondo fatto appunto di ecosistemi digitali e di paradigmi in continuo fermento dalla quale non ci possiamo di certo sottrarre.