Sentieri Digitali ha affrontato più volte il tema dell’innovazione digitale e secondo noi sarebbe opportuno e necessario che il Governo prendesse spunto dal concetto di innovazione per creare un piano di sviluppo a livello nazionale e mettere nelle condizioni le piccole medie imprese di capire qual’è la strada da percorrere.
Partiamo dalla banda larga. O meglio dalla banda ultralarga: gli attori sono diversi, tutti fanno il coro, ma il Paese, visto che deve correre, mostra difficoltà ad aspettare. Ad esempio il nostro Paese dovrà avere una Rete adeguata al fine di sviluppare, forse per davvero, il telelavoro. La SI-IES ha fatto un primo studio con funzione pubblica, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per un progetto denominato “Il telelavoro nella PA” risalente agli anni 2000. Con la BUL dovremmo puntare a progetti per l’Industria 4.0 e l’IoT – internet delle cose. In passato eravamo abituati ad avere un piano strutturato, modulare, ma valido per tutto il territorio nazionale. Adesso si punta alle aree metropolitane, a qualche piccola area del territorio, e poi tutto rimane fermo. È stata fatta una mappatura dei cavi terrestri a partire proprio dalla fibra ottica, non si capisce mai quali sono le aree coperte e quali non, se non in alcuni piccoli casi. Tutti parlano di arrivare a 30Mbit/s che tra l’altro costituisce la velocità minima di una connessione cosìdetta veloce. 700 Mhz è la frequenza su cui viaggierà il 5G, ma come nelle migliori famiglie oggi questa frequenza è occupata dal digitale terrestre. Il CIPE ha stanziato 3 miliardi per cablare le aree a fallimento di mercato, mentre l’Enel ha previsto che dovrebbe spendere 1,25 miliardi per dotare di fibra le aree bianche.
Cruciale è l’infrastruttura, i nodi di internet e innanzitutto un’infrastruttura fisica fatta di tanti cavi contenenti la fibra ottica che attraversano non solo la parte terrestre, ma anche i cosidetti cavi sottomarini che attraversano mari e oceani sul piano intercontinentale. Centrale è il ruolo degli hub, luoghi fisici, in genere sono vicino alle coste oceaniche dove si collegano le reti internet del mondo. Ma ecco che spunta il Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali che non si accontenta dell’attuale disciplina che riguarda la riservatezza emanata dall’Europa: “internet è libero solo in apparenza, di fatto è di proprietà di 4 grandi imprese”.
Vogliamo le case intelligenti, le cosidette smart home o smart city, che prevedono tra l’altro il controllo integrato degli ambienti attraverso meccanismi di check up da remoto; elettrodomestici intelligenti, a partire dal frigo con la relativa gestione intelligente degli alimenti, la lavatrice, l’asciugatrice e si punta chiaramente alla riduzione dei costi, alla funzionalità e, perchè no, anche alla sicurezza, che invece dovrebbe essere la priorità cardine. Per la sicurezza personale con meccanismi di anti intrusione. Per la salute è previsto l’utilizzo di sensori che consentano di rilevare inquinamenti, gas, etc. Vi è ancora il controllo degli impianti a partire da quello elettrico, termico, idrico ed il risparmio in bolletta che non guasta. Come cercare di avere un comfort e risparmiare? Si punta all’automazione di luci e serramenti, al controllo della temperatura, dell’aria ed anche dell’umidità. La SI-IES si è sempre focalizzata anche sulla Domotica che trasforma certamente un’abitazione.
Sono temi interessanti e molto importanti che vengono spesso enunciati e sperimentati a “piccolissime macchie di leopardo”, poche persone se ne accorgono e ne prendono atto. Un ultimo argomento che in parte è stato trattato e che è fondamentale, non solo per il nostro Paese, ma anche per il resto del mondo, riguarda la tutela dei data center, i sistemi cloud e la necessità di dotarsi sempre più di esperti in cybersecurity sia per il pubblico che per il privato.