È sorprendente leggere sulla stampa che la Merkel e Macron sono disponibili a rivedere i trattati europei. Quanta responsabilità ha la stampa e i mezzi di comunicazione nel loro complesso? Parliamo di Europa e attribuiamo sempre l’Europa del marco o con più semplicità l’Europa della Merkel. I 27 restanti Paesi compresa l’italia cosa fanno? Che peso hanno? Pare chiaro che l’esperienza europea sotto certi aspetti è servita moltissimo. Una volta scoperto che i trattati si possono rivedere proviamo un attimino a coinvolgere almeno sul piano formale tuttti i paesi, per mostrare principi democratici e nello stesso tempo anche libertà di pensiero. Molte cose vanno riviste, cercare di rendere i trattati certamente in maniera chiara e trasparetnte, senza ricorrere come siamo abituati in Italia a tremila interpretazioni, dovrebbero darci delle indicazioni chiare, trasparenti, coinvolgenti. Allo stesso tempo dovremmo avere l’obiettivo di essere tutti cittadini europei, ma non solo sulla carta anche nel proprio intimo. Nel rivedere i trattati bisognerà tenere presente le tecnologie che oggi, almeno per gli aspetti digitali, hanno funzione e ruolo determinante e quindi di ausilio e di aiuto per i processi. Rimuovere tutti gli ostacoli che oggi vedono il ruolo dei Paesi membri e dei cittadini affrontare temi importanti è sempre complicato, difficile ed il più delle volte si ricorre all’istituto della rinuncia. Dovremmo cercare di sburocratizzare con nuovi processi che semplificano la vita dell’uomo.
La stampa in questi anni ha sempre evidenziato schierandosi su posizioni strettamente politiche dando giudizi favorevoli secondo le proprie posizioni ed ancora di più secondo le proprie ideologie. Per diventare cittadini europei ci dovrà essere uno sforzo a partire dal mondo della scuola elementare e media, passando per le superiori e giungendo fino al mondo universitario, ed ancora mettere al centro il lavoro, le imprese, le PMI che puntino ad una cosa semplice che è lo sviluppo, l’organizzazione e il profitto. Dare delle indicazioni anche per quanto riguarda il regime fiscale, non è possibile che un’azienda italiana smantelli il tutto e se ne vada in giro per il mondo. Abbiamo bisogno di tenerle in Italia nei limiti del possibile, in seconda istanza in Europa cercando di ragionare sia per la produzione che per la remunerazione.
Viene fatta molta demagogia per quanto riguarda gli squilibri economici, ma molti commentatori da oltre 30 anni, sono sempre gli stessi, cercano di trasferire a tutti i poveri qual’è la situazione senza mia invitare se stessi a fare un passo indfietro e cercare di capire colui che ne ha più bisogno. Abbiamo un mondo di demogoghi che ci fanno delle romanzine apparentemente vere, infatti lo sono, ma solo per gli altri. Carissimi 28 Paesi cercate di dare un contributo per la revisiont dei trattati costituendo dei gruppi di lavoro su più livelli, una componente importante riguarda il coinvolgimento dei giovani con una apposita commissione che copra la fascia d’età che va dai 18 ai 30 anni. Al fine di portare in risalto le giuste esigenze giovanili che probabilemente sono in grado di parlare anche dell’innovazione tecnologica.