Gli strumenti di comunicazione sono certamente aumentati e pertanto si dovrebbe pensare ad una maggiore facilità nell’informazione e nella formazione del pensiero di ogni cittadino. L’informazione è saggia e determinante quando è corretta, veritiera, non faziosa e quindi non di parte e pertanto priva di interesse. Da diverso tempo a questa parte dobbiamo prendere atto, come direbbe Di Pietro, che “non ne azzeccano una”, in particolare nei sondaggi. Leggere la stampa il giorno prima di una competizione politica locale, nazionale, europea è palesemente fuorviante, tranne in casi del tutto eccezionali i risultati dei cittadini sono completamente diversi, vedi Roma, vedi la Spagna. Il vero danno è che le medesime persone che il giorno prima delle elezioni riportano le loro previsioni, il giorno dopo sono sempre li pronte a dare una risposta di opinione ai cittadini, interpretando il pensiero non si sa di chi.
Il mondo sta cambiando, lo diciamo tutti, ne siamo quasi convinti, ma cambia cosa? L’innovazione tecnologica forse? Gli uomini della comunicazione e dell’informazione sono dietro lo schermo radiofonico e televisivo da 30 anni e, come già ho avuto modo di dire nel recente passato, sono quelli che parlano di fare largo ai giovani e al rinnovamento. Le conclusioni quali sono? “Il rinnovamento va bene, ma basta che io continuo a stare al mio posto”. E’ chiaro ed evidente che questi signori non hanno e non avranno mai il termometro che corrisponde alle necessità e alle richieste di una comunità, in quanto sono ormai fermi e tarati sulle proprie posizioni e sono bravissimi sempre a citare qualche uomo importante di 30-40 anni fa, più per dire che sono anche loro importanti, senza ammettere, senza fare autocritica: ma quante volte ho detto cose fuori posto?
Probabilmente e purtroppo dopo tanti anni di mestiere viene meno una cosa importante: la memoria.