Il Papa è ritornato dagli Stati Uniti creando non poco scompiglio a livello mediatico. La convocazione del Sinodo è al centro del dibattito ma, ad alimentare il “tam tam”, è soprattutto la notizia che lo lega al Sindaco di Roma e che ha dipinto Marino come un imbucato al corteo papale a Philadelphia. Quest’ultimo può liberamente muovere e pianificare le proprie trasferte con qualsiasi motivazione governativa, per cercare investitori ad esempio, se poi una di queste coincide per tempi e luoghi con una illustre visita internazionale del sommo pontefice questo di certo non è di giovamento. Marino è stato bersagliato da variopinte critiche da tutti gli schieramenti politici, in particolare relative alle scelte comunicative attuate. Di certo il Papa, con le sue dichiarazioni, ha contribuito a mettere fuori combattimento, per sempre, il Sindaco di Roma: “Non ho mai invitato Marino ed ho chiesto ai miei collaboratori se l’avessero fatto loro, la loro risposta è stata negativa”. Marino ha perso le staffe ed ha consigliato al Papa dei modi più consoni sull’esercizio della propria libertà di comunicatore. Una serie di frasi fatte, in un momento così drammatico per il nostro Paese, sono bastate a nutrire giorni di dibattito sulla “telenovela” fra sindaco e pontefice.
Come se non bastasse, il giorno prima del Sinodo, è uscito allo scoperto Monsignor Krzysztof Charamsa (secondo taluni rappresenta una piccola minoranza) raccontando pubblicamente il proprio orientamento sessuale avverso alle convenzioni della chiesa ed è stato immediatamente radiato dai suoi incarichi al Vaticano. Molti hanno reagito scrivendo che è stata una forzatura per il Sinodo prendere posizione sui gay. Puntualmente ancora una volta Papa Bergoglio ha spiazzato tutti, spiegando che nel Sinodo non ci sono compromessi. Papa Francesco annovera al suo fianco il gesuita Padre Lombardi, esperto della comunicazione e nella sala stampa della Santa Sede da diversi anni. E’ chiaro che è difficile contenere o aiutare Papa Francesco, certamente alimentare “30” temi, uno più scottante dell’altro, riempiendo settimane e settimane di dibattito mediatico, ha sottoposto l’opinione pubblica mondiale e la comunicazione politica vaticana ad un esercizio non indifferente. Le conseguenze si sono viste eccome. Il Papa non parla tutti i giorni, non dovrebbe farlo, altrimenti più che un Papa sarebbe un normale cittadino, ha un ruolo di pastore della chiesa universale cattolica ed è giusto che conservi tale ruolo. Con l’ausilio di Padre Lombardi ed altri sacerdoti di buona volontà, probabilmente, Papa Francesco riuscirà ad entrare nel suo ruolo principale, quello cioè di fare il Papa, di aiutare e consigliare un popolo ed una classe dirigente confusa e, allo stesso tempo, moderare ed interpretare le tanto scottanti dichiarazioni dei più audaci rappresentanti della chiesa.