Si sta creando un clima che certamente desta qualche preoccupazione. Capire se la preoccupazione è fondata o meno apparentemente è difficile, in quanto si continua a vivere come nei giorni precedenti. Cosa ci turba? Questa marea di annunci quotidiani, talmente tanti che è difficile ricordarli, in quanto si ha la sensazione che vengono fuori da un database non organizzato ma casuale. Probabilmente costoro sono dei geni incompresi. La stampa, l’opinione pubblica nazionale ed internazionale non contribuiscono a rasserenare questo stato a dir poco particolare.
Si evince dalle enunciazioni che la parte innovativa è molto vecchia, in quanto tutti i provvedimenti dovrebbero scattare il giorno prima delle elezioni europee. Il reddito di cittadinanza forse è una buona iniziativa, non a caso in Europa esiste, ma nessuno ha avuto modo, ne di sottolinearlo, ne di criticarlo, in quanto un istituto che possiamo definire semplice e naturale. In Italia un’innovazione del genere mette il più delle volte il cittadino a non capire nulla. Parlare bene è semplice, non a caso abbiamo un paese di letterati. Il dramma dov’è? È possibile realizzare tutto quello che si dice? Quali sono i percorsi? Quali sono le finalità? Quali sono gli obiettivi?
Abbiamo vissuto questa benedetta legge finanziaria come un ossessione quotidiana, dati contro dati, tagli contro tagli, insomma, un caos. Qualcuno in questi giorni in una passeggiata quotidiana ha sottolineato: ma questi del governo una cosa buona l’avranno pur fatta? La domanda fa capire che non si sa se è stata fatta o meno. Il nostro Paese dovrà cambiare, come sta cambiando tutta l’Europa e nessuno fa particolarmente chiasso. Siamo noi italiani cosi bravi che chiacchieriamo senza sapere e rispettare la volontà politica degli elettori degli altri paesi.
Una piccola riflessione: se il governo uscente del nostro paese ha perso il motivo è semplice, il paese a dir poco non era soddisfatto. Cosa dovrebbe fare l’opposizione: parlare di meno, presentare al momento giusto delle iniziative concrete ed alternative facendo capire al paese che ancora c’è qualcuno in grado di pensare, di proporre e sottoporsi al giudizio del cittadino.
Cosa ci aspetta? Poterebbe ipotizzarsi un governo che possiamo definire tecnico, magari con un Draghi di turno presidente, rappresentanti tecnici provenienti da forze politiche diverse e rivedere dei film già visti sia nel positivo che nel negativo. Come possiamo evitare tutto ciò? In questo caso utilizzo un invito del Presidente della Repubblica: “abbassiamo i toni”.