E’ una moda? Pensiamo proprio di no. Il cittadino/consumatore ha acquisito esperienza e competenza dovuta anche all’attuale situazione di grave crisi economica che sta vivendo l’Europa ed in particolare l’Italia. In questi frangenti, il mercato agroalimentare ha subito delle piccole contrazioni. Il cittadino si priva di molte cose, ma cerca per sé e la propria famiglia di tutelare la qualità della vita con un’alimentazione il più possibile sana.
Il prodotto biologico emerge come attore principale, se non altro associando il biologico alla genuinità e alla naturalezza del prodotto. Anche l’Europa di recente con il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura ha approvato un testo importante che è frutto certamente di un compromesso ma che traccia le linee guida dell’iter legislativo che la commissione, il consiglio e il parlamento seguiranno per definire congiuntamente il nuovo regolamento comunitario in materia di produzione biologica. Attualmente vi è un testo quale il regolamento CE834/2007 che va aggiornato e sostituito. Nel 2014 con i tempi politici della commissione Ue è stata pubblicata una prima bozza che ha mostrato interesse ed attenzione, ma nulla è stato ancora fatto. Nella bozza vi sono diversi elementi interessanti, tra questi quelli di principale interesse riguardano: la differenziazione del prodotto biologico rispetto ad un prodotto convenzionale sempre più sostenibile; la ricerca e la realizzazione delle condizioni necessarie per una maggiore equivalenza con le normative biologiche di altre aree geografiche al fine di negoziare trattati che riguardano il libero scambio ed anche la mutua equivalenza.
Secondo noi vi è il bisogno esaltare un po’ di più il ruolo e le qualità della produzione biologica, tenendo sempre presente il consumatore. Iniziative sviluppate con questo intento sono sempre ben accette ma con la speranza che non incidano ancora una volta sui costi che dovrà sopportare il consumatore.
La Si-Ies Srl con il marchio DigitalBio vuole entrare in questo settore cercando di istituire un’immagine di riferimento per le PMI del settore agricolo e per tutti gli stakeholder pubblici e privati in ambito Green Economy (Consorzi, Centri di Ricerca, Comuni etc), con progettualità che possano essere vincenti e sfidanti ma anche e soprattutto conferendo maggiori certezze nella tutela del consumatore in campo biologico e non.
Bisogna stare molto attenti nel normare e regolamentare gli elementi che riguardano le importazioni provenienti da altri Paesi non europei, queste dovranno rispettare normative europee sul piano della conformità con apposite certificazioni che vincolano il prodotto di provenienza ed anche il ruolo dell’impresa produttrice. Altrimenti si continua a proferire la tutela del Made in italy e del Prodotto Europeo con tante parole e non con i fatti, ed ecco che il piccolo produttore continua a lavorare con molti sforzi ma con pochi guadagni, senza nessun riconoscimento per il proprio sacrificio quotidiano. Si parla molto di 2020, speriamo che sia una data che porti vantaggio competitivo al nostro Paese e non sempre degli svantaggi. Le regole attese dovranno tra l’altro bloccare prodotti biologici che hanno dei residui per principio attivo non rispondenti a canoni precisi e quindi attuare delle norme semplici, senza equivoci e libere interpretazioni. Solo in questo modo potremmo dire che Italia e Europa crescono nel settore del biologico con criteri certi, innovativi e con obiettivi volti alla tutela del singolo consumatore.