All’interno del concetto di digital trasformation non si può trascurare lo sviluppo dell’industria 4.0. Nell’epoca dell’internet delle cose e del cloud computing, nell’evoluzione delle reti di telecomunicazioni, i sistemi di produzione necessariamente devono evolversi verso la virtualizzazione e verso una nuova automazione, per la quale si dovranno concepire modelli di business innovativi. Per fare ciò il nostro Paese ha bisogno di un vero e proprio piano che coinvolga l’intera filiera produttiva nel contesto della digital trasformation, in una vera trasformazione digitale atta a migliorare i processi produttivi.
Considerando le reti nelle loro dimensioni sia fisiche che virtuali, vi è la necessità di modificare o trasformare i network tradizionali in dei network basati su data center. Ormai tutti gli elementi della rete stanno diventando – lo sono già da tempo – componenti software che funzioneranno in data center di tipo distribuito o centralizzato. L’evoluzione delle reti aziendali e con esse delle infrastrutture dei data center, richiedono nuove architetture. I concetti di real time e virtualizzazione nel mondo della produzione sono oramai principi cardine del nuovo utente industriale che richiede un accesso continuo e mobile senza vincoli di tempo e spazio con applicazioni fruibili da remoto, mediante tablet, smartphone e quant’altro. Questo networking avrà un ruolo chiave nell’utilizzo delle macchine connesse dell’industria digitale. Per realizzare ciò e per poter sviluppare dette reti, bisogna pensare ad un concetto di automazione che risponde alla necessità di rendere il funzionamento delle reti agile e a costo contenuto, al fine di bilanciare i margini che nell’industria del nostro Paese sono sempre più modesti. Pertanto il concetto di automazione riguarda sia le infrastrutture degli operatori di Tlc che le reti enterprise. E’ utile ed importante ricordare che bisogna puntare all’integrazione del sistema in maniera complessiva e applicata a tutti i processi generando innovazione mediante il digitale.
In tale contesto, l’Internet of things va osservato considerando l’evoluzione delle reti 5G e, nello stesso tempo, degli smart objects, dei sensori e di tutto ciò che riguarda la connessione, appunto, delle cose alla rete. Pertanto l’industria che comprende internet delle cose è o dovrà essere pronta a crescere nei prossimi anni con apposite piattaforme IoT che raccolgano dati per mezzo di sensori e nello stesso tempo riorganizzino queste risorse informative in maniera da renderle fruibili ad applicazioni di terze parti. E’ questo il caso in cui una piattaforma è aperta e può essere utilizzata in più segmenti definiti verticali.
Si dovrà attuare, dunque, una trasformazione degli assetti organizzativi e di business utilizzando le tecnologie digitali per potenziare le performance aziendali. I settori sono infiniti, a partire dalla sanità digitale, dalla smart energy, dallo smart metering e per molti altri ambiti ancora. L’Internet of Things secondo gli analisti ed anche secondo la SI-IES, avrà, impatti fortissimi su più aspetti del vivere nell’oggi e nel domani. Si prevede un trend in forte crescita nell’ambito più ampio delle telecomunicazioni oltre che in quello dell’IT.
Oggi sulle reti è disponibile una grandissima mole di dati. Bisogna tener presente che questi necessitano di software e processi di elaborazione e interpretazione che consentano di estrapolarne informazioni tali da considerare e rendere questi dati utili.
Per realizzare parte dei bisogni del nostro Paese è necessario che anche il Governo, senza interferire nel privato, diffonda delle indicazioni congiuntamente alle autority presenti sul territorio, ciò deve avvenire anche in ambito continentale per non incappare in dei contrasti fra il contenuto delle norme nazionali e di quelle europee.
