Etalianlife, promuovere esperienze e il vero stile di vita italiano [Intervista a Riccardo Sorbara]

Ciao Riccardo, è un piacere averti con noi. Mi racconteresti il progetto EtalianLife? Quali sono i servizi che proponete, qual è la vostra offerta innovativa?

EtalianLife principalmente vuole offrire esperienze che valorizzino al meglio il Made in Italy. Esperienze da vivere e raccontare che rappresentino il meglio del territorio e il vero stile di vita italiano. L’offerta proposta coincide con l’ideale che vorremo ci venisse offerto a noi stessi, che viviamo dall’interno la nostra cultura, proponiamo al turista questo, le stesse esperienze che facciamo e vorremmo fare noi italiani. Cerchiamo di offrire qualcosa di realmente unico, con l’intento di invogliare i turisti  a ritornare in Italia. Per l’Italia il tasso di ritorno è ancora troppo basso rispetto ad altre realtà europee. Farli apprezzare quello che è il nostro stile di vita, quello che ci rende veramente unici nel mondo oltre i soliti luoghi comuni commerciali, è sicuramente la soluzione per stimolarli a tornare da noi.

Scopo? Creare 10 nuove esperienze uniche all’anno.

Come e quando è nata la startup EtalianLife?

Vengo dal settore turistico, da diversi anni sono a contatto diretto con i turisti che vengono a Roma e in Italia, stando al loro fianco ho notato che spesso mi chiedevano, che cosa facevo, dove andavo la sera,il giorno, a divertirmi, cercavano dunque, informazioni per fare qualcosa di tipicamente locale, volevano fare quello che facciamo noi, non tanto quello che fanno i turisti in genere seguendo i soliti itinerari commerciali. Ho carpito così questa loro esigenza. Da questo spunto, ne ho parlato con i miei amici, ci siamo confrontati da dicembre 2013 abbiamo cominciato a concepire e progettare delle linee strategiche e nel marzo 2014 abbiamo fondato formalmente la società.

A che punto è della sua crescita?

Stiamo uscendo da una fase iniziale di startup in cui si lavora e si capisce work in progress tutte le dinamiche e le criticità del business model. Ci stiamo evolvendo, pur essendo giovani ci stiamo trasformando, captando ogni input dall’esterno, cosa necessaria nel contesto attuale.

Ci siamo espansi oltre Roma, su altre località come Milano, Firenze, Venezia, Verona, Napoli e la costiera amalfitana, tutta la Puglia e Bologna. Nella città emiliana abbiamo un accordo con Federcasalinghe, una delle associazioni più grandi d’Italia, dove diamo la possibilità a queste casalinghe di poter offrire un’esperienza. Un opportunità di reddito anche per loro che appunto perché casalinghe sono impegnate e non possono lavorare tutti i giorni.

 Abbiamo deciso di rendere la piattaforma utilizzabile in maniera autonoma dagli utenti, all’inizio non avevamo pensato all’utilizzo del sito come back-end per chiunque volesse offrire un servizio, un’esperienza turistica, andando avanti i provider sono cresciuti molto, quindi per rendere tutto il processo più scalabile abbiamo deciso di dare loro autonomia permettendogli di  inserire direttamente le loro esperienze all’interno del sito. Abbiamo capito che non era importante solo fare un sito a disposizione degli utenti fruitori dell’esperienza, ma anche agli esercenti. Tramite un form, un provider si può iscrivere, compilare il form dedicato e può pubblicare la sua esperienza, cosicché se qualcuno in Italia vuole offrire un servizio esperienza può farlo in maniera autonoma.  Ovviamente ogni provider deve rispondere a dei requisiti, una selezione preventiva viene attuata dal form. Poi noi facciamo una supervisione concreta per controllare la qualità dell’offerta e come è stata composta l’esperienza.

Oggi abbiamo 150 esperienze, l’obiettivo è di arrivare a oltre 500 esperienze entro dicembre. L’utenza è composta al 70% da stranieri.

Il vostro EtalianLife quanto ha di e-commerce o di social network, quanto c’è di tour operator o di servizio turistico?

Di social network c’è poco, la parte un po’ più social verrà sviluppata nei prossimi tre mesi, ad ora è necessario mettere in contatto il turista con il provider di esperienze. Possiamo definirla una piattaforma di e-commerce dove si possono acquistare e regalare delle esperienze turistiche, ma anche di vita all’italiana. Poi procediamo anche offline, dei pacchetti saranno proposti anche al di fuori della rete, stiamo pianificando alcune partnership con dei tour operator. Altri pacchetti saranno per forza attivabili solo online. Cerchiamo di vendere esperienze molto originali, degli esempi? “Weeding proposal”, “imbucati al matrimonio”. Iniziativa che abbiamo lanciato con un teaser e stanno riscuotendo molto successo.

Fornite supporto alle strutture ricettive? Agevolate i costi di gestione?

Non facciamo supporto vero e proprio alle strutture ricettive, diamo loro la possibilità di vendere i nostri tour , possono dare ai loro clienti un codice sconto per i nostri tour. Non c’è un forte collegamento con le strutture siamo più focalizzati sull’esperienza per il cliente e su coloro che queste esperienze vogliono crearle.

Un esempio di esperienze di successo?

C’è il Tour delle cortigiane, dove attraverso la storia della cortigiane romane, raccontiamo come le cortigiane hanno influenzato la politica di Roma, ma anche la chiesa cattolica, parliamo di Roma su diversi periodi del tempo attraverso la storia delle cortigiane. Un viaggio fatto di storia, arte e cultura.

Piace molto Verona Noir, Verona di sera, oppure il Photo world tour, un tour accompagnati da un fotografo professionista che segue la coppia, li fotografa, e inoltre spiega loro come fare le foto, come sfruttare la luce ideale, in tempo di selfie e smartphone è una proposta originale. Un’altra esprienza che riscuote molto successo è il wedding proposal (proposta di matrimonio), piace molto agli arabi, agli indiani e  ai greci. Un modo diverso di fare la proposta di matrimonio, con dei giochi, sorprese e colpi di scena, fino all’apice  quando arriva il momento della proposta.

Perché vi definite promotori di social turismo?

Cerchiamo di fare attività molto locali, fare cose attinenti al luogo. Proponiamo il tour delle botteghe o,ad esempio il pacchetto “a cena con…” che permette di andare a cenacasa di una persona del posto , cucinare e mangiare con lei, vivendo un’esperienza autentica e tradizionale.

Nel tour delle botteghe il turista può entrare nelle botteghe artigiane ed interagire con questi mastri che illustrano il mestiere, toccano con mano le attività artigianali del calzolaio, del marmista, con un’esperienza attiva, non passiva, si vede,si tocca, interagisce,un’esperienza a tutto tondo per i visitatori ma anche per l’artigiano. Inoltre offriamo un tour molto interessante nelle cantine, dove il visitatore può partecipare anche alla vendemmia e stare a contatto con il contadino. Parliamo di social turismo e della dimensione sociale nel vecchio stile, non tanto quello attuale dove a profusione si parla di social network e di digitale, ma piuttosto di un interazione concreta in cui si tocca con mano le attività, la cultura e si riscoprono le tradizioni.

La rete non si regge da sola, ma dipende da una dimensione reale e autentica. Nel vostro caso vi servite di essa per mettere in contatto domanda e offerta. Vorreste che ci fosse anche una maggiore interazione  degli utenti e degli esercenti, che possono quindi in quegli spazi documentare esperienze vissute e proposte?

Senza dubbio, da ottobre inizierà lo sviluppo di un’app che permetterà ai promotori dello stile di vita italiano di dare dei suggerimenti sulle cose da fare, sui pacchetti e le esperienze offerte, il turista interessato dal proprio profilo verrà a conoscenza degli eventi e delle esperienze tramite le notizie pubblicate dalle persone del posto, oltre che tramite le esperienze raccontate da chi le ha già vissute e ne è rimasto entusiasta. In questo modo traduciamo lo stile di vita italiano in electronic life.

Quindi, con quali modalità pensate di poter offrire una migliore immagine dell’Italia nel mondo?

Rimaniamo molto determinati nel perseguire il concetto di esperienza e  punteremo sempre più sulla certificazione della qualità dell’esperienza e dei servizi. Lo facciamo con un form per registrarsi che è abbastanza vincolante dove che si accerta che le attività proposte siano tipicamente italiane. Vengono imposte delle regole, dei gadget e delle linee guida da seguire nell’esperienza che si propone. Il nostro focus è quello di evitare di proporre esperienze che sono più turistiche che italiane. La filosofia è quella di proporre qualcosa che vorremo fare anche noi,questo il motto, se le facciamo noi, le possono fare anche gli altri. Se non volessimo farle noi non lo vorrebbero neppure gli altri. Le parole d’ordine sono autenticità, tradizione, italianità. Qualsiasi cosa deve aver un’impronta di italianità. Le modalità semplici e poco turistiche.

La partnership con i provider deve essere pianificata e certificata nei massimi dettagli.

Nel concreto come certificate la qualità, come procedete nella selezione dei partner?

Ci sono due fasi. Nella prima verifichiamo con il form la presenza dei requisiti necessari, chiediamo, per esempio, un dress code abbastanza solido, tipicamente italiano. Poi una volta che accettiamo il tour e lo inseriamo sul sito, abbiamo dei “local expert” che chiamiamo “etalian lifer” che andranno sul posto a controllare la qualità del tour. Fruiscono del servizio per controllare la veridicità e la coerenza dell’offerta proposta, si controlla ulteriormente che il tour abbia i requisiti per stare sulla piattaforma etalian life. Quindi form di controllo preventivo,quindi pubblicazione dell’esperienza offerta sulla piattaforma e a seguire controllo sul posto.

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