Industria 4.0, digitalizzazione e sviluppo: la leva che passa dal connubio scuola-imprese

Lo abbiamo ripetuto più volte, l’impegno verso la digitalizzazione deve passare anche per un cambiamento che sia culturale e sociale oltre che strutturale, ci deve essere una connessione, non solo fra gli attori economici, ma fra tutti gli attori di una società. Ogni singolo individuo dovrà saper interagire al meglio con le tecnologie digitali, avendone piena fruizione e capacità di gestione. Due attori di estrema importanza in questa diffusione del cambiamento sono le scuole e le imprese, in particolare le PMI.

Nei piani dell’industria 4.0 e della messa in moto di una manifattura digitale competitiva, dobbiamo coinvolgere in questa nuova sfida le scuole e le imprese, anche le più piccole. Proprio le imprese si assumeranno una responsabilità educativa maggiore orientata alla digitalizzazione. 

Il piano scuola-lavoro diventa, quindi, una leva fondamentale per il progresso digitale, lo prevede la riforma della scuola, che vuole rendere questa pratica obbligatoria, e già diverse aziende si fanno promotrici di questo iter. Lo stesso Piano Industria 4.0 vuole coinvolgere 8 milioni di studenti nel programma scuola digitale. Di questi 250 mila in alternanza scuola-lavoro sul tema dell’industria 4.0. In questo modo si permetterà ai giovani di toccare con mano tecnologie e strumenti, gli studenti potranno interagire con gli imprenditori, comprendere e mettere alla prova i know-how delle aziende. In questo modo, inoltre, i giovani potranno accrescere la consapevolezza sul loro futuro, la propria capacità di scelta professionale.

Così finalmente riusciamo a diffondere la cultura d’impresa, proviamo a crescere dei giovani digitali competitivi e competenti, in grado di gestire i processi innovatori e di porli al servizio della loro passione e creatività. Nell’era digitale tutto cambia e corre ad una velocità supersonica, in tutti i livelli dobbiamo reagire, questa è certamente un’area in cui dovremmo far leva per combattere una competizione che si fa sempre più ardua.

In Italia, dobbiamo dunque riconoscere il valore formativo dell’impresa, importante è l’alternanza per la quale serve una serie di incentivi mirati a livello economico e normativo, in modo da abbatterne le barriere burocratiche e culturali. Unendo piccole imprese e scuola, con la formazione al lavoro, possiamo incrementare lo sviluppo, alimentare il fattore competenze, affiancando la ricerca, gli investimenti nell’innovazione e nelle infrastrutture abilitanti.

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