MyFoody: la startup italiana che combatte gli sprechi alimentari

La tutela dell’ambiente e l’efficientamento energetico passano anche per l’ottimizzazione sulla gestione e sulla produzione degli sprechi alimentari. Troppo spesso buttiamo nella spazzatura alimenti scaduti e proprio al supermercato ci troviamo ad acquistare prodotti che sono prossimi alla scadenza. Nel nostro consumo quotidiano dovremmo essere più oculati nel controllo della scadenza per prevenire lo spreco e l’eccedenza di spazzatura che ognuno di noi produce. Anche i colossi della GDO dovrebbero cercare di limitare questa problematica, alcune catene hanno iniziato a vendere a prezzi scontati i prodotti prossimi alla scadenza per limitare le eccedenze e gli sprechi e combattere la malnutrizione e la fame.

Seguendo questo impegno volto a limitare gli sprechi e sensibilizzare ad un consumo alimentare consapevole, nasce MyFoody, una startup italiana concepita da Francesco Gilberti , giovane laureato in giurisprudenza, insieme ad altri 3 giovani amici: Luca Masseretti, laureato in economia, Esmeralda Colombo, anch’essa laureata in giurisprudenza, e Stefano Rolla, laureato in architettura. Quella di MyFoody è una piattaforma e-commerce che permette di mettere in vendita tre tipi di cibi: quelli in prossimità della scadenza, quelli difettosi sul packaging o quelli in eccedenza, alimenti che normalmente finirebbero nella spazzatura incrementando lo spreco e le problematiche di smaltimento. Con MyFoody tutti questi prodotti vengono salvati dalla spazzatura e venduti a prezzi  vantaggiosi. MyFoody dal lancio avvenuto a fine maggio ha riscosso numerosi riconoscimenti ed è stato incluso fra i 35 migliori progetti di startup innovative del Chest Project finanziato dalla Commissione Europea.

La missione dell’impresa è re-immettere all’interno del circolo del valore ciò che potrebbe essere sprecato, trasformando uno spreco in una risorsa. In Italia sono 277 mila le tonnellate di rifiuti derivanti dal cibo che buttiamo e sono ancora troppo poche le eccedenze che vengono riutilizzate e donate alle associazioni non profit, una quota inferiore al 9%. Ogni kg di cibo sprecato equivale a 4 kg di anidride carbonica immessi nell’ambiente. Questi dati evidenziano un volume di spreco e delle criticità sulla quale necessario intervenire e sensibilizzarci, ciò ha motivato il giovane Francesco nello sviluppo della sua startup, sviluppando un’iniziativa imprenditoriale con una forte connotazione etica e socialmente responsabile.

MyFoody coinvolge direttamente diversi punti vendita, per il momento a Milano, tra catene, rivenditori, produttori che fanno vendita diretta e negozi bio. Ogni punto vendita carica sulla piattaforma i prodotti a rischio di spreco, il cliente si connette su MyFoody visualizza tutti i prodotti disponibili nei punti vendita vicino a sé e una volta consultata la platform può procedere all’acquisto dei prodotti a prezzi ribassati e recarsi al punto vendita o riceverli a casa attraverso un sistema di consegne a domicilio. I prodotti prossimi alla scadenza in questione sono quelli che per politiche aziendali spesso vengono rimossi dagli scaffali molto prima della scadenza, per alcune tipologie di prodotto persino 20 giorni prima, oppure prodotti difettosi sul packaging o eccedenze di overstocking. La piattaforma ci informa sui giorni a disposizione prima della scadenza del prodotto e lo sconto aumenta con l’avvicinarsi della scadenza. Possibile inoltre monitorare l’impatto ecologico della propria spesa. L’utente si responsabilizza sul cibo e sull’ecosostenibilità grazie ai contenuti informativi e ludici presenti nella piattaforma. Questa permette anche alle associazioni non profit di ritirare la merce resa disponibile dalle imprese. Vi è in dotazione un sistema di monitoraggio e prenotazione in real time dei prodotti disponibili.

Per i punti vendita MyFoody risulta essere molto vantaggioso perché oltre a limitare gli sprechi, permette di guadagnare su prodotti che altrimenti avrebbero fruttato zero. Il guadagno di MyFoody avviene sulla vendita, per una percentuale che va dal 10 al 15%, e su un canone di gestione richiesto ai punti vendita che caricano i prodotti sulla piattaforma.

Un’iniziativa quella di MyFoody che crea valore, una social innovation ed un circolo virtuoso che coinvolge l’azienda e va a sostegno della collettività, dell’ambiente oltre che dell’utente.

Il risparmio economico ed energetico di MyFoody è in rampa di lancio per un’espansione anche in altre città oltre a Milano e sta bussando alle porte anche di alcuni colossi della GDO. L’impegno dei ragazzi di MyFoody è giusto che venga premiato sempre più, le idee brillanti alla fine pagano sempre e noi ci auguriamo che la piattaforma abbia presto una adeguata diffusione.

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