Viviamo di previsioni politiche, economiche, meteorologiche, ma non siamo in grado di prevedere nuove figure nel mondo del lavoro. Le occupazioni più richieste sono Data Scientist, Sviluppatori di app o gli specialisti del cloud computing, professioni che non esistevano solo 5 o 10 anni fa. In un mercato del lavoro così mutevole, il lavoratore deve apprendere nozioni e competenze con rapidità, dimostrando notevoli capacità di apprendimento e di spostarsi da una azienda ad un’altra.Teoricamente secondo l’esperienza SI-IES, l’apprendimento continuo dovrebbe fornire quella flessibilità intellettuale ed adattabilità professionale necessaria per spostarsi da un settore ad un altro. Ma ecco che scatta la burocrazia? Sei iscritto nell’albo regionale per la formazione? I centri di formazione dovrebbero verificare programmi e competenze.
L’apprendimento permanente costa molto in temini di tempo impiegato, mentre i benefici sono certamente incerti, in particolare a fronte di grandi trasformazioni tecnologiche che cambiano il contesto di contorno troppo rapidamente. L’età e l’esperienza lavorativa è associata alla saggezza, all’esperienza ed ad un naturale status sociale crescente.
Quando servono nuove competenze, è meglio perseguire la strada come l’autoformazione, l’offshoring ed il crowdsourcing. I lavoratori sono contrari a chiedere aiuto a carreer advisor specialisti per affrontare il cambiamento ed acquisire nuove competenze.
Le aziende hanno pochi soldi per la formazione, ricerca e innovazione e quindi il rischio di persone, lavoratori adeguati e preparati è alto. I politici dovrebbero prendere provvedimenti per attenuare i complicati processi lavorativi e mentali. Maggiore elasticità con aziende specialistiche in possesso della certificazione di qualità che non viene più richiesta e quindi diventa solo un costo aziendale. Servono incentivi “veri” per aumentare gli investimenti nei programmi di formazione escludendo un avversario invisibile, ma tangibile che è la burocrazia.