L’Italia fino a qualche tempo fa conosceva Telecom come uno dei colossi mondiali del settore (al 5° posto) rappresentando un riferimento importante per il Paese. La stampa che è sempre attenta ed anche “indipendente” non ha mai scritto di chi è la colpa del disastro della società, forse non ci sono più. Ma non è così. Perché non costituire una commissione di inchiesta? Senza girarci intorno, sappiamo che si tratta di una società privata.
Altri Paesi, ad esempio in Francia, vivono una vita “isolata”; fanno sempre ciò che ritengono utile per il proprio Paese e non ci sono conflitti di interesse e poteri dominanti. Da noi invece ci sono gli analisti che pensano la notte per scrivere durante il giorno i vari veti, fungendo in alcuni casi da consulenti a competitor qualora si fossero dimenticati qualcosa.
Adesso siamo in Open Fiber Tim. Non vi è nessun dubbio che Elisabetta Ripa dopo essere stata apprezzata in Telecom come manager, ha diretto molto bene Open Fiber stando anche quasi sempre in silenzio. Per dirla in maniera semplice, ha provato a lavorare.
Adesso c’è da fare la valutazione di Open Fiber che per Tim vale 2,5 miliardi in termini di entreprise value, equity, più debito e al momento le linee di credito tirate dalla società sfiorano il miliardo di euro e dunque serve una dura “diligence”. Enel si è pronunciata dicendo che per Open Fiber il valore è di 8 miliardi.
Tim oggi viaggia con altri 50mila dipendenti e pensate anche all’indotto per comprendere il ruolo che nel nostro Paese. La valutazione va fatta tenendo bene in considerazione sia gli elementi necessari e sia il quadro complessivo. Dovrebbe intervenire Luigi Di Maio o chi per lui proponendo una commissione di inchiesta, come descritto, e nello stesso tempo tenere d’occhio Enel con due semplici parole napoletane: “Statt’ accort”.
Altro ruolo da definire è quello della CDP- Cassa Depositi e Prestiti. Si tratta di conferire il 50% detenuto in Open Fiber in cambio di azioni Telecom, dove tra l’altro la cassa ha già il 9,9% pagato in media 0,7 euro ad azione, è utile vedere cosa c’è scritto nei bilanci dei soci attuali (496 milioni CDP e 490 milioni Enel) ed infine il titolo Tim viaggia a 0,4671 euro.
Non ultimo bisognerebbe considerare e trattare anche con Vivendi che detiene il 23,68% (azionista di riferimento di Tim dall’agosto 2017). Tim, se ci sei batti un colpo. Ma forse non serve perché ha la mazza ma non il tamburo.