E’ arrivata (finalmente) l’onda lunga del Digitale in Italia

Con la presentazione ufficiale negli eventi Assintel Digitale di Milano (2 luglio) e Roma (3 luglio) è finalmente arrivata in Italia l’onda lunga del Made In Italy digitale, LONG WAVE, http://longwave.assintel.it, la prima ricerca mai realizzata prima d’ora sulla galassia della nuova impresa digitale sponsorizzata da Assintel Digitale, la nuova verticalizzazione all’interno dell’associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio, per tutte quelle aziende che si muovono nel mondo del web, della comunicazione e del marketing digitale, dei servizi e delle tecnologie che le abilitano, con la collaborazione dello Studio Giaccardi e Associati http://www.giaccardiassociati.it/tag/assintel-digitale/, che, elaborando dati provenienti sia da un’indagine desk, sia da un campione qualitativo di 204 interviste, ha portato a censire ben 230.000 imprese innovative le quali nonostante la crisi, producono il 3,9% del Pil pari a 54 miliardi all’anno e crescono nonostante la crisi: come numero d’imprese (+9,3% nel triennio nero 2009/12), come addetti totali (+13,7%) e soprattutto come previsioni di fatturato 2013 (in crescita per il 68%).

Queste imprese sono portatrici sane di innovazione e nuove tecnologie sia di prodotto che di servizio che di modelli organizzativi e rappresentano una nuova imprenditoria fuori dai canoni e fuori dai vincoli burocratici che va prima conosciuta e poi riconosciuta e valorizzata, perché sta contribuendo e con decisione e determinazione alla ripresa e alla competitività del Sistema Paese.

Sono nuove aziende e imprese già da tempo attive ma nuove nello spirito e nell’approccio alla tecnologia, di cui 173.000 sono a pieno titolo nuove imprese digitali e si muovono nei Servizi Web, Mobile e Internet of Things, nel Software e Big Data, nella Consulenza, nei nuovi Media Sociali, nel Design, nelle Produzioni multimediali e nel Digital Entertaintment, nel Finance 2.0.

Sfuggono però alle classificazioni tradizionali, e anche se per due terzi sono Srl, il modello organizzativo è per lo più "liquido": il 60% delle imprese è infatti strutturato sul singolo processo/commessa ed è per lo più informale ad alto tasso di creatività e di innovazione anche sociale.

Sono piccole imprese, in media con 4 addetti, ma a livello societario già evolute: il 40% sono società di capitali, sono sorte nell’86% dei casi dopo il 2000, preparatissime con oltre i 58% di laureati e il 18% di dottorati. Le imprese digitali sono piccole e medie imprese con un fatturato di 1.000.000 di euro. Ma il 44%, essendo giovanissime, si colloca sotto i 100.000 euro l’anno. Il 75% di esso è nel b2b e l’87% è generato in Italia. L’occupazione è in costante crescita: a fine 2012 sono oltre 620.000 gli addetti digitali, in crescita di quasi 75.000 unità (+13,7%) rispetto all’inizio della crisi nel 2009.

Lombardia e Lazio sono le Regioni a più alta concentrazione (24% in Lombardia e 11% in Lazio), fanalini di coda il Molise e la Basilicata. Più di un’impresa digitale su quattro (28%) lavora nello sviluppo di siti e app mobile. Un’alta percentuale opera nella consulenza (17%) e nel marketing/advertising (anche non convenzionale). A seguire: l’offerta di servizi cloud/big data, il graphic design e la creazione multimediale.

Nel 2013 le previsioni sono controcorrente rispetto alla crisi generalizzata che vive il Paese: in crescita nel 68% dei casi e stabili per il 28%. Protagonista assoluto dell’organizzazione e della comunicazione interna è il web, vera piattaforma di collaborazione per l’85% di esse. Il 33% lo utilizza anche per vendere online.

Ma dove nasce l’idea di impresa? L’esperienza professionale conta ancora molto (49%), ma a far scattare la scintilla una volta su due è la passione (50%). A seguire l’incontro con alcune persone (26%) e il background scolastico (25%). L’identikit del lavoratore digitale può essere invece descritto così: giovane (67% under 35, che sale al 72% nelle imprese native digitali), maschio (64%), laureato (il 65%) con master/dottorato/PHD (12%), con esperienza lavorativa all’estero (29% nelle imprese digital native).

Il dato più interessante, infine, è che ad essi si deve aggiungere oltre un altro terzo di professionisti atipici (CoCoPro e Partite Iva), cioè oltre 250.000 persone integrate in modo continuativo nei processi produttivi della nuova impresa digitale. Il cosiddetto posto fisso, a tempo indeterminato, resta quindi predominante solo per le imprese tradizionali, più grandi e organizzate, mentre è un non-luogo per quelle native digitali (solo il 26%): i costi dello Stato sul lavoro per le loro organizzazioni piccole e liquide sono troppo alti. In esse molto spesso il titolare è factotum e i carichi di lavoro diventano spesso critici.

Con questo rilevante progetto che merita la massima attenzione da parte della nostra politica e che dovrebbe essere integrato alle azioni in corso per la costituzione dell’Agenda Digitale del Paese, ASSINTEL digitale vuole dunque prima di tutto capire chi sono e come lavorano, con quali competenze e in quali mercati operano, con quali problemi si confrontano ma soprattutto di cosa hanno bisogno per crescere ed emergere queste imprese: ecco perché per costruire una grande community italiana volta al confronto tra imprese digitali, ha iniziato a costituire Focus Group territoriali, come quello tenutosi a Milano il 27 maggio scorso.

Dal primo Focus group sono già emerse le principali criticità: eccessiva complessità burocratica e mancanza di competenze digitali dell’apparato amministrativo pubblico, bandi di gara troppo spesso sbilanciati verso la grande impresa e valutati da commissioni spesso non competenti o poco aggiornate sulle nuove tecnologie, troppa pressione fiscale sul lavoro e troppo poca flessibilità, difficoltà per l’accesso al credito bancario. Ma soprattutto modelli superati di offerta finanziaria, difficoltà di accesso ai fondi europei, carenza di infrastrutture di banda adeguate alla nuova economia del web, difficile trasferimento della cultura digitale, ed infine formazione inadeguata nei percorsi scolastici e spesso non finanziata nei bandi di finanziamento e nelle start up, e l’ancora scarsa disponibilità in Italia di investimenti privati.

Le proposte sono invece quelle di una governance autorevole ad alto livello che supporti le start up e le imprese digitali dando loro prospettive chiare di sviluppo e di mercati anche internazionali, e infine strutture territoriali che aiutino le imprese a gestire la complessità burocratica dei bandi, a cui spesso non si accede perché non è possibile distogliere risorse già scarse dal loro lavoro quotidiano, oppure significativi sgravi fiscali per la formazione delle skills digitali e soprattutto avere nei bandi di finanziamento anche la formazione rimborsata. Oppure la creazione di un sistema di dialogo tra diverse categorie di imprese che permetta una diffusione di cultura digitale utile per la crescita dei molti settori che altrimenti rischiano di perdere il treno della competitività.

"Queste imprese hanno al centro della loro attività il web e la creatività, parlano linguaggi nuovi e si muovono su logiche fluide e poco strutturate e soprattutto non si riconoscono nei tradizionali modelli di rappresentanza. Assintel digitale vuole creare per loro un centro di gravità permanente, una casa aperta alle richieste e alle innovazioni – sottolinea Maria Grazia Mattei, vice presidente di Assintel e coordinatrice di Assinteldigitale.

Inoltre aggiunge il presidente di Assintel Giorgio Rapari “Perdere il treno che ci lega ad Horizon 2020, il prossimo programma di finanziamenti europei che costituirà l’ossatura dell’Agenda Digitale Europea, sarebbe fatale ed è necessario dare subito risposte concrete alle imprese: maggior attenzione alla semplificazione digitale nei rapporti fra burocrazie e imprese, incentivi all’e-commerce e all’Innovazione nelle piccole imprese, rapido sviluppo della banda larga (indispensabile per lo sviluppo del cloud e del mobile), sostegno al credito delle imprese Ict che producono Innovazione, sgravi fiscali a chi investe nel know how e nel capitale umano”.

E’ in questo scenario quindi che si è aperta, il 2 luglio, frutto della collaborazione ormai triennale di Assintel e Confcommercio con la Camera di Commercio e il Comune di Milano, una nuova edizione del bando di 3 milioni di euro http://www.assintel.it/sala-stampa-2/news/bando-digitale/ dedicato al sostegno della digitalizzazione evoluta delle micro, piccole e medie imprese milanesi, con un contributo a fondo perduto che copre il 50% delle spese ammissibili, assegnato attraverso una graduatoria sulla base degli esiti di una istruttoria e valutazione delle domande presentate.

Il bando prevede tre misure dedicate a:

1) Start-Up: Sostegno a progetti per l’adozione di nuove tecnologie digitali per le imprese iscritte al Registro Imprese da meno di 4 anni. Contributo massimo di € 15.000 a fronte di un investimento minimo di € 13.000;

2) Micro, Piccole e Medie Imprese: Sostegno a progetti per l’adozione di nuove tecnologie digitali per le imprese di tutti i settori. Contributo massimo è di € 25.000 a fronte di un investimento minimo di € 15.000 con finanziamento di acquisti di connettività dedicata, licenze software, servizi per lo sviluppo di software e applicazioni digitali, dispositivi e servizi infrastrutturali (hardware, networking, ecc.), dispositivi digitali per promuovere la vendita al dettaglio, servizi di formazione nell’ambito delle tecnologie digitali; e solo per le imprese iscritte al Registro Imprese da meno di 18 mesi, anche gli oneri di costituzione (comprese le spese notarili) e i servizi di incubazione e/o accelerazione;

3) Imprese del settore ICT: Supporto alle imprese per la creazione di nuove tecnologie digitali, basate in particolare sul paradigma Internet of Things (Internet degli Oggetti), finanziando, tra gli altri, contratti di collaborazione con Enti di ricerca, servizi e tecnologie per lo sviluppo di prototipi, investimenti in attrezzature tecnologiche e programmi informatici necessari alla realizzazione del progetto, spese del personale dipendente dell’azienda impiegato nel progetto di ricerca e innovazione.

Per informazioni:

http://mi.camcom.it/bando-fare-impresa-digitale

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