Dal MIT di Boston alla Skoltech di Mosca: intervista al giovane ricercatore aerospaziale Alessandro Golkar

Alessandro Golkar è un giovane ingegnere aerospaziale italiano emigrato dall’Italia per seguire la sua missione all’insegna della ricerca e dello sviluppo scientifico e tecnologico. Tra un dottorato al MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston e un progetto di docenza e direzione allo Skoltech (The Skolkovo Institute of Science and Technology) di Mosca, è stato premiato nel 2014 con il Luigi G.Napolitano Award dalla International Astronautical Federation, riconoscimento per i giovani scienziati under 30 che hanno contribuito significativamente al progresso in ambito aerospaziale, ed incluso tra le 10 eccellenze del Premio Italia Giovane 2015. Abbiamo avuto l’onore ed il piacere di intervistarlo e di farci raccontare la sua esperienza, i suoi progetti e le sue ambizioni.

1- Caro Alessandro, lei è a tutti gli effetti un giovane scienziato, ne sta facendo parecchia di strada, ma come ci è arrivato a Mosca?

Non mi definirei uno scienziato ma piuttosto un ingegnere! Ed un aspirante imprenditore tecnologico. Sono arrivato a Mosca da Boston, subito dopo la fine del mio dottorato al MIT. Avevo diverse opzioni sul tavolo e tra le tante mi arrivò un invito a considerare un lavoro alla Skoltech, il mio supervisore di dottorato nel frattempo era diventato il Presidente di questa nuova università in Russia. Dunque ho fatto la domanda ed ho ricevuto subito l’invito a fare i colloqui a Boston. Non avendo mai visitato la Russia prima di quell’invito, ho chiesto di visitare Mosca prima di proseguire ulteriormente con la candidatura, e così feci. Mi piacque la città e la sfida nell’avere un piccolo ruolo nel dover creare una università partendo da zero. Era una sfida nuova in un paese nuovo e a ventisette anni suonava come una bella idea ed una avventura, così ho accettato di lasciare gli Stati Uniti per venire in Russia. Non me ne sono pentito!

2- Mosca, il MIT, la Skoltech, cosa c’è in questi luoghi che in Italia non si trova?

Mi permetto di rigirare la domanda: cosa non si trova a Mosca, al MIT, alla Skoltech, che si trova invece solo in Italia? A parte forse il clima mediterraneo e le bellezze architetturali ed artistiche (che certo però confesso, non mancano in Russia… anche di fattura Italiana), finora ho trovato tutto quello che desideravo nel mio viaggio in giro per il mondo, inclusa la buona cucina e l’eccellenza Italiana nel mondo. Certo il cuore rimane a Roma, dove sono cresciuto, ma è una città che ho la fortuna di visitare tutte le volte che voglio, e questo accade spesso. La mia pizzeria preferita, per dire, si trova a Mosca, gestita da un validissimo chef ed imprenditore bresciano! Sono molto contento di aver preso la decisione a ventitré anni di fare la valigia e partire. Vivere in luoghi diversi arricchisce la mente e l’esperienza umana. Lo consiglio decisamente a tutti. Non siamo più nella situazione degli emigranti ai tempi dei nostri nonni che lasciavano l’Italia a bordo della nave, per non tornare. Oggi si parte per scelta, non per necessità, si può tornare a casa spesso, e sentirsi e vedersi con amici e familiari in qualunque momento, con Internet. È una opportunità per allargare gli orizzonti e per soddisfare grandi ambizioni, se uno le ha. Non sono d’accordo con l’idea dei ‘cervelli in fuga’ – fuga non si sa da che cosa! Se fosse vera fuga, mi preoccuperei di coloro che rimangono..! Il che, per la maggior parte dei casi, non è vero. Ci sono punte di eccellenza imprenditoriale e tecnologica in Italia di cui dobbiamo andare orgogliosi. Recentemente ho scritto un articolo a proposito dell’eccellenza italiana nello spazio per la fondazione Skolkovo. Nel fare la sintesi durante la redazione dell’articolo, mi sono reso conto della grande ricchezza culturale e tecnologica che il nostro Paese ha sviluppato negli ultimi sessant’anni di esplorazione e maturazione dell’industria spaziale!

3- Nonostante tutto si è laureato all’Università La Sapienza, ha sposato l’università italiana pur con diverse parentesi all’estero, dove ora sembra essersi accasato. Sono le possibilità tecniche/scientifiche che lo hanno spinto a fare ricerca all’estero e per l’estero? Quali sono state le motivazioni?

Sono partito all’estero all’età di ventitré anni perché mi fu offerto un contratto per studiare al MIT di Boston, nel dipartimento di aeronautica ed astronautica, il più antico e prestigioso al mondo nel suo campo. L’offerta copriva tutte le spese, la retta annuale dell’università, e forniva uno stipendio mensile dignitoso, con cui potevo pagarmi casa, spese, qualche divertimento, e risparmiare qualcosa. Perché mai dire di no? In Italia devo confessare che non ho mai cercato lavoro assiduamente. Sì ho fatto qualche tentativo all’epoca, ma non sono stati di successo. Non ho sentito la necessità di riprovarci perché da allora sono state le offerte di lavoro a venire da me, ma il mio vero interesse, ed obiettivo, è creare nuovo lavoro per me e per gli altri. Provare a fare l’imprenditore, insomma, assieme all’attività puramente accademica. Le università internazionali come MIT e Skoltech consentono di coniugare le due cose.

4- Presso la Skoltech hai sviluppato il Concurrent Engineering Design Laboratory, che cos’è e perchè è unico nel suo genere?

Il Concurrent Engineering Design Laboratory è il primo laboratorio di ingegneria concorrente della Federazione Russa, alla pari di analoghi laboratori che si trovano nella NASA piuttosto che all’Agenzia Spaziale Europea per la progettazione di sistemi satellitari e tecnologie di altri campi. Si tratta di uno spazio di 300 mq dotato delle ultime tecnologie in materia di modellistica, collaborazione, visualizzazione dati, progettazione e design. Oltre ai progetti spaziali può essere impiegato per lo studio di altri sistemi ingegneristici come nel campo dell’energia, dell’ICT o dei trasporti. Al momento ad esempio uno dei nostri progetti riguarda un sistema di generazione e produzione di energia elettrica in regioni remote realizzato mediante microgrids con motori a combustione esterna di tipo Stirling, regolati da una piattaforma di trading energetico le cui informazioni provengono da un sistema satellitare che funge da monitoraggio e controllo della rete. Un sistema del genere è molto complesso, richiede l’integrazione di numerose discipline e competenze, ed è di alta rilevanza per regioni del mondo (come ad esempio l’entroterra della Russia) non servite o difficile da servire con le tradizionali infrastrutture energetiche.

5- L’Italia: ci torna spesso? Ci sono dei progetti/delle realtà interessanti che sta seguendo o che consiglia nel nostro Paese?

Mi capita spesso di venire in Italia, forse una volta al mese o ogni 5-6 settimane. Generalmente per pochi giorni. Ci sono tantissime realtà interessanti in Italia. Recentemente ho letto la storia di successo dell’imprenditore Brunello Cucinelli, il “re del cashmere” la cui azienda a Solomeo in provincia di Perugia è una punta di diamante dell’industria italiana. Ho apprezzato molto la filosofia imprenditoriale di capitalismo etico e responsabile di Cucinelli. Credo sia un modello da seguire per l’imprenditoria Italiana in tutti i settori. I risultati mi sembrano evidenti dal successo della sua azienda.

In campo di tecnologia ed innovazione l’Italia ha molte eccellenze come ad esempio nell’automotive o proprio nel settore spazio. Non voglio negare che vi siano delle pecche o dei problemi, ma voglio evitare di farne il centro del mio pensiero. Propongo una parafrasi di un pensiero di Albert Einstein: “Non possiamo risolvere problemi usando la stessa logica di ragionamento che abbiamo usato quando li abbiamo creati”. Quindi bando ai piagnistei che non servono a niente! Concordo con Cucinelli quando dice nelle sue interviste che il meglio dell’Italia deve ancora arrivare e che il Paese deve puntare alla produzione dell’eccellenza e dell’altissima qualità. E per concludere vorrei citare una recente intervista rilasciata dal chairman di Google, Eric Schmidt, riguardo la strategia di investimento della sua società in Italia: far conoscere le eccellenze nascoste dell’Italia, diffondere tra gli imprenditori le competenze digitali  e per ultimo valorizzare i giovani come motore dell’economia italiana. Il nostro Paese deve guardare al mondo come suo mercato e ricordarsi di essere stimato da tanti. In Russia, ad esempio, il nostro Paese è letteralmente amato. I Russi amano la nostra cultura, la nostra moda e la nostra lingua. Un forte legame, forse più noto perché più celebrato, è quello tra il nostro Paese e gli Stati Uniti. Prepariamoci anche a servire la richiesta che aumenterà esponenzialmente dai mercati emergenti, dalla Cina, dall’India e dal resto del mondo. Sta a noi prepararci a cogliere le opportunità che il mondo ci riserva, diventiamo menti globali e lasciamo a casa l’idea che ci auto-limita del dover per forza nascere, crescere, vivere e lavorare per tutta la vita solo in Italia! E con questo, Le mando un caro saluto da Mosca!

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